Italia

A un mese dall’uccisione in Congo. Il padre di Attanasio: «La nostra ferita aperta»

Il figlio ambasciatore, il suo entusiasmo e la sua generosità. Un grazie alle istituzioni per la vicinanza. Da venerdì parte l'iter per la cittadinanza italiana per meriti speciali alla nuora Zakia

«Il dolore è lo stesso di un mese fa. Come se non fosse passato neppure un secondo da quando abbiamo saputo dell’agguato in cui era rimasto vittima nostro figlio Luca con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. I giorni passano ma la ferita è sempre aperta». Salvatore Attanasio è il papà di Luca, l’ambasciatore d’Italia nella Repubblica del Congo ucciso in un agguato un mese fa nel villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma. Con le parole strozzate dal dolore ricorda quel figlio che tanta gioia portava nella casa di Limbiate, la cittadina alle porte di Milano, ogni volta che ritornava in città per dare un bacio alla mamma Alida, alla sorella Marina. Chiusi nel dolore non vorrebbero dire nulla. «Cosa vuole che risponda -– dice papà Salvatore – nulla è cambiato da quel tragico giorno. C’è in tutti noi tanta tristezza, un non senso». Venerdì, in Consiglio dei ministri il via libera all’avvio dell’iter per concedere la cittadinanza italiana per meriti speciali a Zakia Seddiki, la vedova dell’ambasciatore Attanasio proposta dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Ha contribuito – si legge nella motivazione – con impegno umanitario e sociale esemplare alla realizzazione della politica italiana di cooperazione allo sviluppo a tutela dei diritti dei più deboli. Nel 2017 ha contribuito a fondare ha fondato un’associazione benefica di volontari italiani e internazionali che ha l’obiettivo di migliorare la vita a donne e bambini in difficoltà in Congo”. «È l’ennesimo attestato – commenta il signor Attanasio – di vicinanza delle istituzioni alla nostra famiglia, a tutta la comunità di Limbiate. Una vicinanza che in queste prime settimane non è mai venuta meno. Luca e Zakia erano sposati da 5 anni ed erano i genitori stupendi di tre bambine».

Lunedì alle 18 papà Salvatore con il sindaco di Limbiate Antonio Romeo sarà a Milano nella sede dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale per ricevere il premio Ispi 2021 alla memoria di Luca, del carabiniere Vittorio e del loro autista Mustapha. Nella motivazione si legge «Luca ha messo al servizio dell’Italia le sue doti di impegno e generosità che in aggiunta alla sua straordinaria carica umana, hanno contribuito al ruolo e all’immagine positiva del nostro Paese». La cerimonia vedrà la presenza del presidente della Camera Roberto Fico e di Romano Prodi.

«La sua umanità -– aggiunge ancora papà Salvatore – Luca la sapeva trasmettere a tutti. Lo si leggeva sul suo volto. Sua caratteristica era quell’abbraccio spontaneo che ti metteva subito a tuo agio, ti prendeva dal primo momento. Era un generoso, sempre entusiasta, un trascinatore. Tutto quello che faceva era caratterizzato dal sapere mettere al primo posto chi aveva di fronte». Un ricordo che si fa ancora più struggente quando alla mente ritornano sia la nuora Zakia che le tre nipotine. «Ora sono a Roma – spiega Salvatore –. La zona rossa in cui ci troviamo a causa del Covid ci impedisce di vederci, e ci mancano molto tutte quattro».

Lunedì alle 8.30 è in programma presso la chiesa parrocchiale, celebrata dal parroco don Valerio Brambilla, la messa di trigesimo. Il sindaco Romeo, da parte sua, sottolinea come in tutta la comunità sia sempre vivo il dolore per la morte di questo cittadino, per molti un amico, che approfittava del tempo libero per ritornare con gli amici dell’oratorio degli anni giovanili. Non è un caso che alcune delle attività avviate con la moglie Zakia Seddiki nella Repubblica del Congo abbiano fra i sostenitori il volontariato locale. «Nei prossimi mesi, Covid permettendo – aggiunge il sindaco Romeo – daremo volto e mani alle diverse iniziative che come amministrazione comunale stiamo predisponendo, a partire dalla casa della cultura che presso Villa Medolago prenderà il nome di Luca Attanasio. Sappiamo che anche gli oratori, gli amici, i compagni di scuola sono impegnati in iniziative per celebrare l’ambasciatore, il cristiano, l’uomo che ha espresso la sua fede con molte iniziative in favore di un popolo, quello congolese, logorato dalla guerra».

da avvenire.it