Coronavirus

A Bergamo il Terzo Settore in aiuto dei malati di Coronavirus

Grazie a una serie di soggetti, tra cui la Caritas diocesana e la cooperativa Osa, al via un progetto di isolamento domiciliare in un albergo a Grassobbio. Il presidente dell’Osa Milanese: «Lanciamo un nuovo concetto di assistenza»

Saranno un centinaio i pazienti Covid-19 trasferiti in questi giorni dall’ospedale Humanitas Gavazzeni di Rozzano in provincia di Milano al Winter Garden Hotel di Grassobbio (Bergamo). Si tratta di persone che dovranno passare 14 giorni di isolamento domiciliare, grazie anche all’aiuto di organizzazioni del Terzo Settore. Un esempio importante per tentare di reagire all’emergenza legata all’epidemia di Coronavirus.

Un aiuto per l’isolamento domiciliare

Anche se stanno aumentando i casi di Coronavirus, cresce anche il numero di coloro che guariscono. Si tratta di persone che, per motivi logistici o sociali, non hanno le possibilità di sostenere i 14 giorni di isolamento domiciliare. Senza questa iniziativa, questi malati dovrebbero per forza essere trattenuti in ospedale. E invece ora, ogni posto letto significa la salvezza per altri pazienti che ancora sono in cura.

Fondamentale il supporto del Terzo Settore

Il servizio sarà sarà gratuito per tutti gli ospiti, grazie al supporto di Insieme con Humanitas, Congregazione Misericordia Maggiore – MIA e Comitato “abitare la cura” promosso dall’Eco di Bergamo, Confindustria Bergamo e Caritas Diocesana Bergamasca. Il sostegno pratico arriva dagli infermieri e operatori di OSA Operatori Sanitari Associati, cooperativa d’ispirazione cattolicasupervisionati da ATS Bergamo. OSA è una delle maggiori organizzazioni in Italia nel settore dell’assistenza sociosanitaria.

Solidarietà e sussidiarietà

L’esigenza riscontrata è aiutare i pazienti costretti all’isolamento domiciliare che prevede misure spesso difficilida attuare: stanza e bagno ad uso esclusivo, mantenimento delle distanze da famigliari potenzialmente a rischio, monitoraggio costante delle condizioni di salute, smaltimento speciale dei loro rifiuti, sanificazione delle superfici e indumenti con prodotti ad hoc, uso di dispositivi di protezione. Per Giuseppe Maria Milanese, Presidente di OSA, “solidarietà e sussidiarietà sono fondamentali in questo momento. Si tratta a tutti gli effetti di un progetto pilota, la stessa scienza non ha ancora le idee chiare sul decorso del virus. Noi prenderemo in carico pazienti autosufficienti non negativizzati ma che non necessitano di cure ospedaliere, senza però perdere i contatti con gli ospedali di provenienza”.

Le organizzazioni cattoliche di Bergamo per i malati

“Stiamo mettendo insieme la parte più viva di Bergamo, quella che guarda in faccia ai problemi e si occupa di risolverli in modo veloce e bene – dice Massimo Cincera, a nome di Congregazione Misericordia Maggiore e Comitato “Abitare la cura” – Ognuno sta mettendo in campo la sua competenza in termini di relazioni, risorse, professionalità per liberare gli ospedali dai pazienti che possono gestire la quarantena. Ora il primo albergo apre le sue porte a coloro che si avviano verso la guarigione in una situazione protetta. ‘Abitare la cura’ testimonia il grande cuore solidale di Bergamo e provincia. C’è posto per tutti, dalle grandi alle piccole donazioni. Il contributo di ognuno è determinante. L’Eco di Bergamo non si è mai tirato indietro di fronte alle emergenze in giro per il mondo e anche oggi, sebbene decimato e colpito esso stesso dal virus, sta reagendo dando voce alla speranza di rinascere dopo questo attacco violento”.

Da Vatican News