Non poteva mancare una delegazione di Rieti, che lo ebbe per cittadino acquisito, alle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Nazareno Strampelli, fondatore della genetica agraria italiana, celebrato domenica scorsa a Castelraimondo, il centro marchigiano che gli diede i natali.
Il 2 giugno la commemorazione a Rieti, dando il via al nutrito programma impostato da Comune e Archivio di Stato in collaborazione con Provincia, Regione Lazio, Fondazione Varrone e numerosi enti, condiviso con il Comune in provincia di Macerata dove nacque il genetista e con l’Università di Camerino. Diverse iniziative per ricordare il grande scienziato e il suo lavoro ancor oggi apprezzato nel mondo nel campo della ricerca agroalimentare.
I grani di Strampelli, studiati nella Regia Stazione di Granicoltura ubicata a Rieti e che ai tempi della campagna fascista per l’autarchia permisero a Mussolini di vincere la “battaglia del grano”, ancor oggi sfamano milioni di persone, in Italia come in Sud America. La figura di Strampelli verrà posta in evidenza con conferenze, mostre, convegni, incontri letterari, spettacoli teatrali. Col Fai reatino, visite guidate a quello a quello che fu il suo centro di ricerca a Campomoro, la collinetta ai bordi della città, nei cui laboratori e nei cui campi attrezzati Strampelli ottenne l’obiettivo di raddoppiare la produzione di cereali per ettaro, risultato mai ottenuto prima nella storia (come ricorda il video proiettato all’Expo di Milano).
E al personaggio, il cui nome si lega a grani da lui selezionati presenti oggi in ogni pane del mondo, ha voluto far riferimento, alla Messa solenne celebrata domenica in Cattedrale per la festa dedicata al Pane per eccellenza, anche il vescovo. Monsignor Pompili, nell’omelia del Corpus Domini, non ha trascurato di citare la ricorrenza del 150° della nascita di Strampelli, «un antesignano della rivoluzione verde, che inventò, proprio nella nostra piana reatina, forme di ibridazione del grano che hanno portato a moltiplicare la produzione per poter sfamare tanti».
Ricordarlo, ha detto Pompili, vuol anche dire «rendersi conto che la scienza insieme all’apertura del cuore sono cose più importanti delle sole leggi economiche».
LazioSette (Regione) 5 giugno 2016
LazioSette (Rieti) 5 giugno 2016