Cento anni dalla morte di Luigi Zannetti, caduto reatino della Grande Guerra

Siamo alla quarta generazione, rispetto alla Grande Guerra. Ricordi e memoria somigliano alle cartoline che hanno perso inchiostro e colore. Del parente morto in guerra a volte non si conosce nemmeno il nome o il cognome.

Quella che viene ricordata in tutta Europa come la “grande guerra”, è stato il primo evento che ha visto protagonista il popolo italiano nella sua interezza, che soprattutto ha lasciato sul terreno una moltitudine di caduti, il cui ricordo a tanti anni di distanza è frammentario ed evocato solo dai monumenti innalzati nei comuni italiani, spesso però trascurati e abbandonati.

Fanno ancora impressione, i numeri della Prima guerra. Cinque milioni e 800.000 mobilitati su una popolazione di 38 milioni di abitanti. Cinque milioni di soldati effettivi, 4.200.000 dei quali impiegati al fronte. Il 56% erano contadini. I renitenti furono 470.000, i morti 420 al giorno. Il 50% per ferite, il 30% per malattie, 20% i fucilati.

La morte di ogni soldato non porta unicamente alla fine della vita di una persona, ma lascia con sé uno strascico di dolore estremo e difficilmente misurabile.

A 100 anni dalla fine della 1° guerra mondiale è particolarmente importante ricordare le persone cadute, le sofferenze, paure e speranze di quei soldati  non così lontani da noi: erano i nostri bisnonni, i nostri prozii, i nostri vicini di casa.

Uno di loro era Luigi Zannetti, nostro concittadino, marconista dell’esercito italiano morto il 25 gennaio 1918 per le gravi ferite riportate dallo scoppio di una granata mentre trasmetteva segnali alle truppe alleate nel combattimento della battaglia del Piave a Capo Sile .

Stando al racconto dei suoi cari, in principio era disperso, e per anni i suoi fratelli si rassegnarono a tale pensiero.

Un nipote qualche anno fa si mise in testa di cercare notizie più approfondite. Non bastava vedere scritto il suo nome sulla lapide dei caduti affissa sotto le volte del palazzo comunale di Rieti o nei registri di morte. Dopo svariate ricerche e viaggi al Ministero della Difesa e degli Interni, Luigi fu ritrovato.

Le sue spoglie riposano ora nel Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia, vicino Treviso, uno dei principali monumenti funebri dedicati ai caduti della Grande Guerra dove riposano i resti di soldati caduti nelle dure battaglie del Piave (1917-18).

L’amministrazione comunale di Rieti qualche anno fa gli ha intitolato una strada, via Luigi Zannetti, nella zona della riserva dei laghi Longo e Ripasottile, strada dove viveva con i suoi genitori e fratelli.