“X Factor” cerca gli scandali

Alla caccia di ascolti, il talent show ricorre agli eccessi di Fedez e Morgan

Rieccoci a parlare di “X Factor” (Sky Uno), non certo in termini elogiativi. Anzi, per sottolineare che la trasmissione evidentemente è in crisi di ascolti, oppure si trova a dover riconquistare il terreno perduto dell’audience rispetto a una concorrenza sempre più agguerrita e per questo ricorre sistematicamente a qualche ulteriore eccesso rispetto a quelli a cui ci ha già abituato.

L’ultimo caso è quello di Morgan che ha annunciato l’intenzione di lasciare la trasmissione per sempre (per la “deriva” che a suo parere la trasmissione ha preso rispetto al taglio prettamente musicale che dovrebbe esserne l’asse portante), abbandonando quel tavolo della giuria su cui nelle ultime edizioni si è seduto con un piglio battagliero e contestatore mai venuto meno. La penultima trovata, se così la possiamo chiamare, è stata invece quella di attaccare pretestuosamente la Chiesa – in questo si è particolarmente distinto il rapper Fedez – sulla questione dell’omosessualità.

Quando uno show televisivo ricorre alla trasgressione, alle urla o ai litigi, di solito lo fa perché – come qualunque altro programma – ha la necessità di richiamare l’attenzione di spettatori che altrimenti andrebbero probabilmente da altre parti. A poco vale la presunta attenzione sociale per cui una simile trasmissione si nobiliterebbe dedicando spazio al bullismo e alle discriminazioni (fenomeni, peraltro, da combattere radicalmente, com’è ovvio). Prevale la ricerca dello “scandalo” e questo non va bene per niente.

Lasciando perdere Fedez – non senza rimarcare la gravità e l’assurdità del suo attacco alla Chiesa – e tornando su Morgan, si riscontra in quest’ultimo uno dei tanti esempi di protagonismo televisivo che da un lato sono fortemente criticabili e da cui spesso gli autori stessi prendono le distanze, ma che in realtà fanno comodo nella corsa agli ascolti che, come abbiamo imparato ormai da tempo, sono e restano il vero obiettivo delle reti televisive… di qualunque ordine e grado.

Lui, che probabilmente come cantante non ha ottenuto la fortuna sperata, ha sempre scelto la via dell’eccentricità per farsi notare in un panorama musicale sempre meno capace di valorizzare il talento e la professionalità e sempre più declinante verso lo show business orientato alla spasmodica ricerca dei picchi di ascolto. Nelle precedenti edizioni ha puntualmente litigato con i giurati suoi “colleghi” (soprattutto con Mara Maionchi, Simona Ventura, Arisa e con chiunque altro gli capitasse a tiro, perfino con il bonaccione Elio) ed è sistematicamente ricorso a strategie di vario genere per accaparrarsi l’attenzione.

La trasgressione delle regole è nella sua natura pubblica e probabilmente chi l’ha coinvolto fin dall’inizio nel format della trasmissione ben sapeva che la sua presenza sarebbe stata sempre fonte di novità e strappi di vario segno. Se ora lascia, pochi lo rimpiangeranno. In compenso, si sarà rinnovato il meccanismo di vera o presunta rottura dell’ingranaggio o del giocattolo che inevitabilmente finisce per richiamare l’attenzione del pubblico, curioso di sapere come si riaggiusterà la faccenda. E se invece decide di tornare a sedersi in giuria avrà comunque ottenuto lo scopo: far parlare di sé e, indirettamente, anche della trasmissione.

Resta l’immagine di un “artista” (la domanda sorge spontanea: basta autodefinirsi così per esserlo davvero?) che si è fatto conoscere più per il modo di vestirsi o acconciarsi e per i veri o presunti amori (famoso quello per Asia Argento, che gli ha dato anche una figlia) che per la qualità della sia produzione musicale o per le sue doti canore. D’altra parte, “lo spettacolo deve continuare” a tutti i costi…