100. “Caritas in Veritate”. L’economia creativa

L’imprenditorialità è “atto creativo” prima di essere atto economico.

In un’epoca come la nostra dove, purtroppo, l’economia è ormai “l’alfa e l’omega” di ogni scelta sociale e politica, risulta quasi sconcertante confrontarsi con la prospettiva sostenuta dal Pontefice quando parla della natura dell’attività imprenditoriale. In realtà, tale natura è l’unica in grado di fondare un futuro scevro da tracolli devastanti delle economie mondiali. L’imprenditorialità è prima di tutto un atto creativo, capace di render conto della libertà propria dell’uomo nel suo agire ordinario, essa, prima di avere «un significato professionale, ne ha uno umano» (n. 41).

A livello di principio, certamente, molti imprenditori non avrebbero nulla da eccepire, la questione vera è tradurre questa verità sulla natura stessa dell’uomo, in norma e regola economica. L’imprenditore privato e il dirigente statale non possono essere gli unici giocatori in campo, c’è infatti un’intera squadra che è formata da una schiera infinita di uomini, quelli che lavorano e producono ma non sono imprenditori o dirigenti statali. Per capire dove Papa Benedetto XVI vuole condurre il fedele, cita un suo autorevole predecessore, Paolo VI: «ogni lavoratore è un creatore». In una prospettiva capace di coniugare una tale e pesante indicazione per le sorti di intere economie nazionali, il documento che stiamo esaminando sottolinea che occorre favorire «vari tipi di imprese, ben oltre la sola distinzione tra “privato” e “pubblico”».

Una concezione che riconosce il valore dello scambio e della reciprocità tra le diverse tipologie di imprenditorialità, con un «travaso di competenze dal mondo non profit a quello profit e viceversa, da quello pubblico a quello proprio della società civile, da quello delle economie avanzate a quello dei Paesi in via di sviluppo». Il bene comune non può essere edificato in altro modo, l’imprenditorialità deve essere ricompresa secondo un significato plurivalente e non esclusivistico. Il Papa aggiunge che anche la politica, oggi più che mai, possiede un significato plurivalente, perché i Governi sono chiamati ad una forte e coesa azione reciproca sul piano economico.

Oggi, con la crisi economica che ha colpito, in modo particolare, il mondo occidentale, queste parole non rischiamo di essere smentite. Se fossero state prese subito sul serio, molti drammatici passaggi della crisi economica e i delicatissimi equilibri che si cerca di ricostruire, si sarebbero certamente caratterizzati per altre dinamiche e altri esiti. Queste parole, oggi, sono come una luce che non si è voluta vedere, come un faro che si è voluto consapevolmente ignorare. Il Papa va oltre e aggiunge che il rafforzamento dello Stato di diritto è la chiave di volta per affrontare in modo deciso e efficace la questione della crisi economica, non solo nei paesi ricchi ma anche in quelli poveri: l’aiuto internazionale dovrebbe sostenere il consolidamento dei sistemi costituzionali, giuridici e amministrativi dei paesi che, purtroppo, ancora non godono la piena soddisfazione di questa alta espressione della libertà umana. Si tratta ancora una volta di un’indicazione chiara per il bene dell’uomo, cela però rischi e strumentalizzazioni.