Volontari per forza

«Non ci piace vedere sporco e non ci piace chi sporca. Ma è tempo che ognuno faccia la propria parte». Ce lo ha detto Benito Rosati, instancabile promotore di un senso di responsabilità verso la città e l’ambiente, nonostante i suoi settantanni.

Benito, hai annunciato l’ennesimo intervento dei “volontari per forza” nell’area tra l’edicola e il nuovo parcheggio dell’ospedale De’ Lellis.

Sì, abbiamo già pulito quei posti sette o otto volte. Ma perché dovono farlo i “Volontari per Forza”? C’è gente addetta a controllare, pulire, mantenere. Se possibile a migliorare. Certo, la colpa è anche dei cittadini: le cartacce se le potrebbero tenere in tasca! Ma il pesce puzza dalla testa: dove sono i Vigili Urbani, la Forestale, l’Asm… nessuno si muove da circa due anni. Una certa indifferenza, una trascuratezza di sistema, spinge anche i cittadini all’incuria. E questo si traduce, nel caso dell’ospedale, in una cattiva accoglienza per le persone che stanno male.

Così, quando la situazione passa il limite, senti di dover prendere l’iniziativa…

Lo sento come un dovere, come un fatto inevitabile. Però capiamoci: non si tratta solo di dare una rassettata. Pulizia e decoro vanno affrontati come temi di cittadinanza. I cittadini si dovrebbero sentire coinvolti dai problemi della città. In fondo quello che accade in città è affare di tutti. Ma questo sentimento è proprio quello che manca. Nessuno raccoglie la cartaccia che si trova in strada perché non ci si sente responsabili. Le brutture non le vedono solo quattro “Volontari per Forza”. Le vedono tutti, ma rimangono indifferenti. Però attenzione: la città la facciamo a nostra immagine e somiglianza. Il degrado che vediamo attorno, il degrado di tutti questi anni, cosa racconta di noi?

Però qualcuno ti potrebbe obiettare che il cittadino paga le tasse per avere determinati servizi…

Questo è assolutamente giusto e condivisibile. Ma anche il migliore dei servizi pubblici non solleverebbe il cittadino dalla propria responsabilità. Non si può ridurre il rapporto tra le persone e i luoghi in cui vivono alla sola dimensione commerciale. Quando rimprovero alle istituzioni il degrado della città, non lo faccio solo per denunciare un disservizio. Io rimprovero una colpa morale. Il discorso delle tasse va bene, ma non legittimiamo l’idea che il denaro sia l’unico legame tra le persone. Se non altro perché rende facile dire che le cose non si fanno perché mancano risorse.

C’è il rischio che i “Volontari per Forza” si istituzionalizzino?

Assolutamente no. Non ci piace vedere sporco e non ci piace chi sporca. Ma è tempo che ognuno faccia la propria parte. Quella dei volontari per forza è una testimonianza, non un servizio pubblico. Stiamo attenti a non confondere il volontariato con le istituzioni. Sono due ambiti ben diversi. Magari qualcuno pensa che sarebbero opportuni piccoli incentivi economici alle associazioni che si prendono cura del territorio. Sarebbe un errore, un gesto improprio, una distorsione della natura delle cose. Il volontariato non è un lavoro.

Quali sono le emergenze in fatto di degrado oggi nel reatino.

Gli esempi non mancano: ci sono depositi di amianto nella piana reatina, rifiuti accumulati sulle sponde dei fiumi, c’è una sorta di discarica di copertoni sul percorso che porta ad Ornaro. Ci sono fogne non depurate che scaricano nel Velino. E ti assicuro che potrei continuare a lungo.