Giugno Antoniano

Il vescovo Domenico: «per far crescere il benessere di tutti deve diminuire l’interesse di qualcuno»

Si rivolge alla città il vescovo Domenico, di rientro dalla lunga e sempre partecipata processione dei ceri, che nonostante la pioggia ha riportato la statua di sant'Antonio nella sua abituale collocazione in San Francesco.

Si rivolge alla città il vescovo Domenico, di rientro dalla lunga e sempre partecipata processione dei ceri, che nonostante la pioggia ha riportato la statua di sant’Antonio nella sua abituale collocazione in San Francesco.

La città celebra il santo di Padova, ma il vescovo Domenico non dimentica la festività del giorno, dedicata a san Giovanni il Battista: «Non sto facendo confusione. È che oggi è il 24 giugno, cioè la solennità di san Giovanni il Battista, che prevale perfino sulla domenica. Accanto a Maria, Giovanni il Battista, è il solo santo di cui si ricorda non solo il giorno della morte, ma anche quello della nascita, in perfetto parallelismo con Gesù. Ed è proprio questo legame tra i due che ha portato alla scelta del 24 giugno: se la Chiesa ricorda la nascita di Gesù il 25 dicembre, non può che ricordare quella di Giovanni al 24 giugno essendo essa avvenuta – come attesta l’evangelista Luca – sei mesi prima. Il parallelismo contiene però anche un simbolo, almeno nel bacino del Mediterraneo, dove la fede cristiana si è originata. Se il 25 dicembre, solstizio d’inverno, è la festa del sole vincitore, per cui le giornate cominciano lentamente ad allungarsi; il 24 giugno, solstizio d’estate, è il giorno in cui il sole comincia a calare e le giornate ad accorciarsi».

Il vescovo ha ribadito il concetto espresso nell’omelia mattutina: «per crescere bisogna diminuire», e non ha risparmiato riferimenti alla città, alla società odierna spesso incancrenita da meccanismi viziosi, annosi, macchinosi dai quali spesso non si riesce a distaccarsi.

«Vuoi che cresca il benessere di tutti? Bisogna che diminuisca l’interesse di qualcuno. Vuoi che crescano i figli? Bisogna che diminuiscano le “infantiliole” dei genitori. Vuoi che cresca l’armonia nella coppia? Bisogna che diminuisca la ricerca di se stessi».

Un ragionamento utile per essere accostato anche alla città, oggi riunita in nome della devozione antoniana: «Vuoi che Rieti cresca economicamente? Bisogna che diminuiscano quelli che mettono le risorse sotto il materasso. Vuoi che Rieti cresca culturalmente? Bisogna che diminuiscano quelli che siamo l’ombelico e perdono l’orizzonte. Vuoi che Rieti cresca spiritualmente? Bisogna che diminuiscano quelli che la fede è solo un vestito per le grandi occasioni, non la vita di ogni giorno».

Sant’Antonio, appena portato in trionfo per tutta la città, ci aiuta in questo percorso di vita, diventa riferimento per tutti noi, ci mostra come occorre fare spazio agli altri, e per questo dobbiamo ringraziarlo, «per averci fatto comprendere la vera legge della vita».

«È qui davanti a noi e mostra il bambino Gesù. Quel bambino è destinato a crescere e a diventare l’uomo che riporta Dio in mezzo al mondo. Ma bisogna fargli spazio e lasciarlo sviluppare. Ci vuole che io diminuisca, io rimpicciolisca, io mi autolimiti. Lo abbiamo compreso a livello del cibo. Se vogliamo evitare di ingrassare e di appesantire il nostro fisico dobbiamo limitarci, evitare, imparare a scegliere. È difficile dirlo in un momento di grave crisi economica: non le cose che si accumulano ci salveranno. Ma soltanto la capacità di fare spazio agli altri perché possano crescere».