”Tous ensemble!” ebrei e musulmani si abbracciano

Insieme hanno reso omaggio alle vittime del terrore ed hanno espresso la loro vicinanza alle famiglie. Poi a piedi, la piccola delegazione di musulmani guidati dall’imam di Drancy Hassen Chalghoumi ha raggiunto la vicina sinagoga in rue Céline Robert dove sono stati accolti dal rabbino Goldmann. Alla “Marche Républicaine” attese un milione di persone. Già molti cortei spontanei.

Le braccia alzate al cielo, mano nella mano. Ebrei e musulmani hanno gridato insieme, scandendo bene le parole: “Tous ensemble! Tous ensemble”. Hanno scelto un luogo simbolico per manifestare al mondo la loro amicizia. Si sono dati appuntamento davanti al supermercato kosher dove ieri uno dei tre attentatori ha messo a ferro e fuoco questo quartiere parigino ad est della città. Imam ed ebrei insieme hanno reso omaggio alle vittime del terrore ed hanno espresso la loro vicinanza alle famiglie. Poi a piedi, la piccola delegazione di musulmani guidati dall’imam di Drancy Hassen Chalghoumi ha raggiunto la vicina sinagoga in rue Céline Robert dove sono stati accolti dal rabbino Goldmann. Un incontro assolutamente privato, negato agli obiettivi di qualunque telecamera.

Eccola la Parigi che cerca di non soccombere all’ombra del terrore. Si sente ancora l’odore acre di bruciato arrivando dalla periferica sulla strada dove si affaccia il piccolo supermercato kosher. Le telecamere con gli obiettivi e le parabole sono ancora tutte lì. La gente in questo quartiere di Parigi ha visto e sentito l’inferno di ieri. A gruppetti si avvicinano alle telecamere e si scambiano opinioni e sentimenti. Molti sono increduli, non accettano che una cosa del genere sia potuta accadere proprio qui. Altri – soprattutto persone di fede musulmana – hanno paura domani a partecipare alla “Marche Républicaine”. Perché se Parigi sta cercando a tutti i costi di rialzare la testa, ci sono tante ombre nel cuore di questa città e una di queste purtroppo è anche la paura di rimanere vittima di aggressioni.

Ma è proprio la divisione l’errore che Parigi non può permettersi dopo gli attentati del 9 e del 10 gennaio. Lo sa bene il presidente francese François Hollande che per la coesione sociale ha indetto questa domenica una “Marche Républicaine”: una manifestazione sostenuta da tutti i partiti politici (in realtà la presidente del FN Marine Le Pen marcerà in una cittadina della provincia). Ma la gente qui non vuole che ad emergere ci siano i politici, ma solo le persone che “amano e vogliono la pace”. Sono previste almeno un milione di persone (tempo e pioggia permettendo) e questa sera a place de la Nation dove il corteo dovrebbe arrivare sono già dispiegate le macchine della polizia. Non ci saranno solo i francesi a marciare ma saranno presenti tutti i maggiori leader europei, da Matteo Renzi a David Cameron, da Angela Merkel a Mariano Rajoy, il premier turco Ahmet Davutoglu.

Parigi oggi è tornata ad essere la città dei saldi, con un gran via vai di gente che entra nei grandi magazzini e passeggia sui boulevard. “Non bisogna giocare ora con la tristezza – dice Jean-Michel Merlin, corrispondente a Parigi del giornale Cittànuova -. Dopo l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, migliaia di persone sono scese la sera in strada spontaneamente. È il segno evidente della voglia di reagire”. Sarà stato per questo che 700mila francesi sono già scesi in piazza per manifestare solidarietà alle vittime degli attentati e dire no ad ogni radicalismo. Tra i centri dove si è registrata la maggiore partecipazione ai cortei spontanei: Tolosa, con 80mila persone; a Pau, nel sud-ovest, sono 40mila; 30mila a Nantes; in 22mila hanno manifestato a Orleans, nel centro della Francia, e altri 23mila a Nizza, nel sud-est, 20mila a Besancon.

I leader religiosi sono compatti. “Non possiamo dividerci nonostante i morti, nonostante la sofferenza delle famiglie delle vittime, nonostante l’atto barbarico che abbiamo visto ieri”, dice l’imam Hassen Chalghoumi a pochi metri dal supermercato kocher. “Siamo qui per rinnovare oggi la nostra amicizia, per dire no alla divisione e sì al fatto che se rimaniamo insieme, siamo tutti più forti. Uniamoci attorno alle vittime e alle loro famiglie. Nessuno può parlare così in nome del profeta e in nome dell’islam. Non sono musulmani. È stato il loro un atto vile e criminale”. E in tutte le parrocchie cattoliche della città verrà letto questa domenica un messaggio del cardinale André Vingt-Trois. “Preghiamo per il nostro Paese: affinché la moderazione, la temperanza e la padronanza di sé che abbiamo dimostrato finora siano confermate nelle settimane e nei mesi che verranno: che nessuno si lasci andare al panico o all’odio; che nessuno si lasci andare alla semplificazione di identificare qualche fanatico con una religione intera. E preghiamo anche per i terroristi, perché scoprano la verità del giudizio di Dio”.