Svolti nel ricordo di don Benedetto Riposati gli incontri alla Paroniana sul rapporto uomo-ambiente nel mondo romano

Venerdì 3 febbraio, presso la Biblioteca Comunale Paroniana, si è svolto il primo di due incontri con la prof.ssa Giovanna Biffino Galimberti nell’ambito dei convegni per il bicentenario del liceo classico M. T. Varrone. Tutti gli incontri sono promossi dal liceo e dall’associazione dei suoi ex alunni. Prima di affrontare il tema, “Riflessioni sul complesso ed ambivalente rapporto uomo-ambiente nel mondo romano”, la professoressa ha ricordato la figura di don Benedetto Riposati, suo maestro e importante filologo reatino.

La lista degli autori citati è lunga: si va da Seneca a Sallustio, da Virgilo a Varrone. Le citazioni sono puntuali e si può dire sintomatiche dell’atmosfera culturale romana a proposito del rapporto con l’ambiente. Rapporto che si declina principalmente nell’opposizione città-campagna. Non bisogna infatti attribuire anacronisticamente ai latini una mentalità ecologica, semplicemente non avevano tale concetto, ma semmai una sensibilità nei confronti dell’ambiente.

L’inquinamento (dell’aria, dell’acqua, acustico ecc.) è visto molto spesso come una violazione della sacralità dei luoghi, una nozione utile anche per capire e affrontare l’odierna questione ecologica. I Romani erano consapevoli della ricaduta sul territorio delle proprie azioni e gli intellettuali del tempo condannavano questa influenza. La loro proposta era quella di ritirarsi nella seconda casa di campagna, come diremmo oggi.

Anche l’ambiente condiziona l’uomo, tanto da determinarne l’indole e addirittura i tratti somatici, e in questo i grandi autori del passato dimostrano la loro modernità. Per restare in salute, fisica e mentale, la campagna è un vero toccasana. Seneca arriva a dire che gli unici suoni ammessi per l’attività intellettuale sono quelli della natura e Orazio incoraggia a crearsi una nicchia di riposo lontano dalla città.

Nella chiara narrazione della professoressa Galimberti compare anche l’impatto che la letteratura latina ha avuto nell’epoca moderna, ad esempio nelle citazioni di Petronio nella Terra Desolata di Eliot o Seneca nella Nausea di Sartre. Non mancano poi gli aneddoti, cifra caratteristica della retorica classica. E c’è spazio anche per i pesci che si lamentano delle nuove costruzioni che invadono il loro habitat o la nostalgia degli alberi senza più uccelli.

Incontrare questi giganti dell’antichità ci permette di capire meglio il mondo attuale.