Rieti, spingere sui pedali

Il passaggio in città dell’edizione numero 50 della Tirreno-Adriatico, la più celebre corsa a tappe italiana dopo il Giro d’Italia, ha entusiasmato i reatini. La tappa l’ha vinta Nairo Quintana, 197 chilometri dopo la partenza da Esanatoglia, con un epico arrivo in salita e sotto la neve al Terminillo. Un’impresa che ha scaldato i cuori degli appassionati di ciclismo e un’occasione che ha ampiamente soddisfatto la strategia di visibilità mediatica del territorio continuamente inseguita dai nostri amministratori.

Ma non solo: l’evento è anche servito da spunto per organizzare in città una serie di iniziative volte ad integrare il fatto sportivo nel tessuto economico locale e ad avvicinare i cittadini al ciclismo. Tutte iniziative buone e utili, su cui forse occorrerebbe puntare con più convinzione.

La città, infatti, non sembra del tutto refrattaria all’idea della bicicletta. È vero che l’uso convinto come mezzo di trasporto è ancora un’esperienza di nicchia, ma non è una minoranza trascurabile. E non è un caso se l’anello ciclabile della provincia risulta essere fra le infrastrutture più amate dai reatini.

Bene l’impegno del Comune sullo sport e la promozione territoriale, dunque, ma sarebbe altrettanto buona cosa vedere lo stesso entusiasmo nel favorire una più diffusa ciclabilità delle nostre strade. In fondo si tratta di interventi non troppo costosi, e visto che si pensa al ritorno d’immagine per fini turistici di ogni cosa – non ci sarebbe da sottovalutare l’opportunità di una economia basata sui visitatori a pedali

Dopo tutto la Valle Santa pare proprio avere una vera e propria vocazione per il turismo “slow”, e il tema ambientale sarebbe perfettamente in linea con gli ideali di cura e amore per il creato che permeano la dimensione francescana. Far crescere infrastrutture, punti di ritrovo per gli amanti delle due ruote, promuovere con serietà una cultura della bicicletta e del turismo ciclabile potrebbe allora essere il giusto complemento al grande evento agonistico.

Che altrimenti rischia di essere un fuoco di paglia, un episodio clamoroso seguito da un lungo silenzio. Almeno fino al prossimo colpo grosso.