Una porta attraversata per uscire nel mondo. L’Anno della Misericordia concluso nella tensostruttura

Oltre 500 persone nella tensostruttura allestita per celebrare, con una messa di ringraziamento, la chiusura diocesana dell’Anno Santo della Misericordia

Lo scorso 13 dicembre, all’apertura della Porta Santa in Cattedrale, nessuno avrebbe potuto immaginare di chiudere il tempo del giubileo sotto una tenda. Eppure, nel pomeriggio di sabato 12 novembre, è andata così: con la processione d’ingresso illuminata dalle torce degli scout e la messa solenne celebrata all’interno della tensostruttura montata sul campo da calcio degli “stimmatini”.

Una risposta pratica alla chiusura della Cattedrale, in attesa del giudizio di agibilità da parte dei tecnici del Ministero dei Beni Culturali, ma anche un’aderenza psicologica alla condizioni del terremoto.

«La terra trema ad ogni istante sotto i nostri piedi. E siamo diventati sensibili ad ogni fruscio sospetto, ad ogni rumore nella notte, ad ogni passo eccitato» ha riconosciuto il vescovo Domenico nell’omelia. E se in tanti entrano poco volentieri pure in casa propria, la Chiesa non può che scendere in strada tra la gente, piantare la propria tenda in mezzo a un prato, restare vicino alle persone cercando di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, con la vicinanza, la prossimità, la Parola.

L’Anno santo della misericordia indetto da papa Francesco non poteva che chiudersi in una tenda allestita per l’occasione, perché la fede non può ignorare la realtà, non può far finta di non aver sentito «l’ultima e impressionante scossa».

L’importante è non intendere «la chiusura come un fallimento» assecondando il clima di sfiducia creato dal persistere dello sciame sismico. «Si chiude la porta, non davanti a noi, ma soltanto dietro di noi».

«Se la porta è Cristo, aver attraversato la porta, spinge semmai ad uscire verso il mondo che sta davanti a noi. Usciamo con Lui verso il mondo che è il campo che ci attende. Lasciamoci spingere dalla porta che si chiude e ci fa entrare nel nuovo tempo che Dio ci dona con questa elementare certezza: Dio è con noi, oggi e sempre – ha ricordato don Domenico – e ogni giorno sempre di nuovo».

Foto di Massimo Renzi e Samuele Paolucci