Piani integrati, Sebastiani a Cecilia: c’entra niente la Fondazione?

Caro «Format», relativamente all’intervista rilasciata dall’Assessore all’Urbanistica del Comune di Rieti, Ing. Andrea Cecilia, e contenuta nell’ultimo numero del mensile, mi corre l’obbligo di fare chiarezza su alcuni passaggi riguardanti l’approvazione in consiglio comunale della variante urbanistica per la realizzazione del nuovo istituto alberghiero.

Non corrisponde innanzitutto al vero l’affermazione secondo la quale ci sia stato un solo voto contrario e due astenuti. La proposta di delibera è passata a maggioranza dei presenti compreso il voto favorevole del Presidente del Consiglio Marroni che fin quando è stato consigliere di minoranza ha sempre osteggiato quel progetto, con tanto di interrogazioni al riguardo.

Evidentemente la notte porta consiglio e il cambio di prospettiva politica pure, facendo ravvedere, oltre le più rosee previsioni, l’ex consigliere Marroni. Con soli due astenuti e 7 voti contrari della minoranza presente, la delibera è stata approvata non senza attimi di tensione tra il PD e l’Assessore Cecilia. Scorrendo l’intervista, ad un certo punto l’Ing. Cecilia, riguardo alla volontà politica di non annullare il bando del Print che avrebbe significato rinunciare da parte dell’attuale amministrazione, allo strumento dei piani integrati, l’Assessore giustifica tale scelta nella inopportunità di vanificare tutto il lavoro svolto fino ad allora dalla commissione esaminatrice.

Forse Cecilia, e con lui tutta la Giunta Petrangeli, dovrebbero più onestamente dire ai cittadini che a distanza di due anni dall’inizio della consiliatura, probabilmente limitarsi ad una vacua conferenza stampa il giorno prima dell’avviso di garanzia notificatogli per la vicenda di Largo S. Giorgio, come a voler dire “non abbiamo ancora le idee chiare, ma state tranquilli perché prima o poi vorremmo fare qualcosa per risollevare economicamente questa città”, sembra oggettivamente un po’ pochino.

Soprattuto se chi pronuncia queste parole dovrebbe essere colui che deve rimettere in moto il motore spento dell’unica attività economica di immediata ripartenza, quello dell’edilizia. La verità è che la rinuncia ai piani integrati avrebbe significato la mancata realizzazione dell’unico piano integrato che a questo Amministrazione interessa, quello di Via Majorana, dove uno degli attori presenti è quella Fondazione Varrone che ha sponsorizzato le quotazioni dell’Assessore Cecilia, del Sindaco Petrangeli e di qualche altro collega di giunta avvezzo a cambiare casacca politica in cambio di comoda poltrona su cui sedersi.

Altro è invece il tema della scelta dell’ubicazione la cui alternativa poteva essere a detta di Cecilia, l’attuale scuola Vanoni. A tal proposito il sottoscritto, in Consiglio comunale, ha proposto di prendere in seria considerazione l’ipotesi di una concreta ubicazione nell’ex Ospedale Civile. Dove sono stati spesi un milione e novecentomila euro per lavori di adeguamento sismico e messa a norma degli impianti idraulici ed elettrici, proprio per ospitarvi la scuola alberghiera.

Furono realizzate persino le opere per la predisposizione delle cucine. Un’ala era riservata all’istituto d’arte e una all’istituto alberghiero. Quelle somme furono frutto di un cofinanziamento statale, regionale e di un mutuo acceso dal Comune di Rieti per 285 mila euro nel lontano 2000, della durata di venti anni.

Ancora oggi le magre casse comunali rimborsano alla Cassa Depositi e Prestiti qualcosa come quasi 12 mila euro l’anno di rata. Una scelta coraggiosa di tal genere avrebbe rivitalizzato il centro storico e permesso di creare una rete di proficua collaborazione con la sede della Sabina Universitas ospitata a Palazzo Dosi.  Avrebbe creato risparmio di economie, dal momento che non avrebbe obbligato l’Amministrazione a dover realizzare opere infrastrutturali per mettere in sicurezza pedoni, in primis gli studenti, ed automobilisti nel nuovo plesso di Fonte Cottorella.