Mons. Pompili: «condividere tutti gli sforzi indirizzati al bene comune»

Si e detto «grato per questa accoglienza davanti al Palazzo Comunale che rappresenta il luogo delle decisioni possibili per il bene di tutti» mons. Domenico Pompili, davanti al sindaco di Rieti Simone Petrangeli e le altre autorità intervenute dare il loro benvenuto al sacerdote poco prima dell’inizio della celebrazione con la quale sarà ordinato vescovo di Rieti.

«Non conosco la Città – ha ammesso don Domenico – ma non sarà difficile entrarvi considerata la sua bellezza e la sua vivibilità. So che, come dice il suo nome, è antica, addirittura “madre di Roma” e, dunque, con una storia importante che non può essere sottovalutata, soprattutto oggi nell’era della dimenticanza. Ma – come suggeriscono i cantieri del Plus ancora in fermento – non ci si può fermare alla memoria senza uno sguardo in avanti. E qui immagino le fatiche e le ansie che prendono il sopravvento dentro una crisi economica che non smette di essere aggressiva e lascia languire tante possibili idee di crescita».

Da parte sua il vescovo ha preso l’impegno di «ascoltare e condividere tutti gli sforzi indirizzati al bene comune e garantisco una leale collaborazione perché la comunità cristiana dia il suo apporto per uno sviluppo che sappia coniugare insieme rispetto dell’ambiente e mercato del lavoro, portando a sistema le peculiarità di questo territorio: la natura, le acque, il percorso francescano, l’arte, l’agricoltura e perché no la tecnologia, che proprio da qui nei primi anni ’70 aveva iniziato a far sentire le sue irresistibili possibilità. Una questione mi ha colpito sin dall’inizio ed è la capacità della Città di tenere il collegamento con il resto del Paese, valorizzando la vicinanza alla Capitale non come una minaccia, ma come una promessa. Sviluppo significa facilità delle comunicazioni e infrastrutture agili che rendano accessibile e fruibile questo scrigno di storia e di risorse naturali».

Foto © Daniel Rusnac.