La fede e la Repubblica

Delio Lucarelli

Omelia del Vescovo nella Messa celebrata il 28 maggio in occasione della presentazione degli atti del Convegno svoltosi nel settembre del 2010 dal titolo “Il Cicolano dalla nascita della Repubblica all’attuazione delle Regioni”.

Nel pomeriggio il volume degli atti è stato presentato dal Prof. Aldo Gorini, docente nella facoltà di Scienze politiche all’Università di Genova.

Mentre nella mattinata il Vescovo Lucarelli ha presieduto la Messa durante la quale ha coniugato l’aspetto liturgico con le manifestazioni per il 150° dell’unità d’Italia.

«Sullo sfondo dei 150 anni dell’Unità d’Italia – ha sottolineato il presule – tante persone hanno voluto riflettere nei mesi passati sul cammino compiuto dal Paese in questi 150 anni. Noi partecipiamo alla manifestazione di oggi con spirito di prospettiva e di crescita nel cammino dell’Italia unita».

«Avete sentito nelle letture di oggi il riferimento alla Chiesa dell’inizio» ha proseguito il Vescovo. «Una Chiesa che sentiva già l’esigenza di comunicare a tutti, a tutta la Terra, a tutti popoli che era possibile raggiungere a quel tempo, l’annuncio del Cristo risorto. È su questo annuncio che la comunità cristiana si è estesa nelle varie parti del mondo».

«Noi siamo – ha sottolineato mons. Lucarelli – in una realtà di vita di libera. Ognuno può scegliere la propria fede. Ciascuno può aderire alla fede dei propri padri o anche rifiutarla. L’auspicio che io posso tenere in me e fare a voi, se volete, è che i valori di fede che hanno accompagnato la storia della nostra Italia possano rimanere punto di riferimento e guida per una società che con noi, e dopo di noi, possa essere illuminata da questi ideali che si ispirano al Vangelo di Cristo».

«Come all’inizio del cristianesimo – ha aggiunto il Vescovo – dobbiamo sentire l’esigenza di vivere una dimensione escatologica. Si tratta di vivere il presente in un impegno dinamico e fattivo, ma guardando al futuro, sapendo che abbiamo la prospettiva di una vita che continua anche al di là della esistenza terrena».

«Di questa dimensione di speranza, come eredi di una realtà che ci ha preceduto in una maniera forte e gloriosa e impegnata, noi dobbiamo essere i continuatori. Nell’Italia unita, che apprezziamo e incoraggiamo, dobbiamo rimanere testimoni di una dimensione che la realtà sociale ci porta a dimenticare, a trascurare o a eliminare; noi come credenti dobbiamo essere annunciatori di questa realtà non predicandola, ma essendone testimoni credibili nel quotidiano».

L’auspicio del Vescovo quindi è che «I nostri ragazzi possano trovare nei genitori, nei nonni e nella realtà sociale che vivono questo ideale, che porta a guardare la vita non come una dura realtà da subire, ma come una realtà di speranza da vivere e da proporre a tanti».