Giornata Mondiale della Pace: realismo cristiano controcorrente

«È indispensabile, allora, che le varie culture odierne superino antropologie ed etiche basate su assunti teorico-pratici meramente soggettivistici e pragmatici, in forza dei quali i rapporti della convivenza vengono ispirati a caratteri di potere o di profitto».

Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace Benedetto XVI affronta con decisione anche il tema dell’economia, argomento non trascurato nel corso del suo pontificato per una serie di motivi di cui uno basilare: la dimensione economica non può essere scissa da quella etica. Questa concezione può sembrare scontata, e invece, alla luce della crisi che l’economia planetaria sta attraversando, la riproposizione di questo nesso assume una rilevanza particolare.

L’attuale tensione internazionale è causata «da crescenti diseguaglianze tra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato», afferma il Papa. Le parole hanno qui un peso e non sono finalizzate a un semplice appello alla volontà dei singoli attori del mercato: la distanza tra povertà, quella vera, e ricchezza è aumentata, e l’attuale egoistica speculazione tendente sovente al mors tua vita mea – finanziariamente parlando – è originata anche da una accumulazione senza regole e freni morali.

Un Pontefice che non ha risparmiato le sue critiche ai modelli politici improntanti al dominio di uno Stato onnivoro in ogni sfera della vita sociale, ora si rivolge al modello vincitore, dopo il disfacimento del comunismo, individuando aspetti critici che ne mettono in luce alcuni rischi di stravolgimento. Ad esempio, dice chiaramente il Pontefice, uno dei mali del presente sistema è «la ricerca della massimizzazione del profitto e del consumo, in un’ottica individualistica ed egoistica, intesa a valutare le persone solo per la loro capacità di rispondere alle esigenze della competitività». L’attenzione è posta non a livello ideologico e politico, ma in senso etico: seguendo linee da sempre presenti all’interno dell’elaborazione intellettuale cristiana (basti pensare al tomismo), il Pontefice precisa alcune linee di principio, in primis il rispetto della persona anche e soprattutto nella dimensione del lavoro, basilare per la dignità umana.

Il messaggio del Papa è dentro questo solco che indica nella persona e non in un sistema o in una concezione dell’economia la via che porta alla pienezza umana. Se il comunismo ha posto l’individuo al servizio totale di un super-Stato di ascendenze hegeliane (e così hanno tentato di fare tutte le dittature di massa del Novecento), il liberismo economico ha partorito anch’esso i suoi mostri, in grado di divorare i propri figli in una corsa alla competizione e all’interesse senza alcun freno. Anche qui, dice il Papa, la persona è stata calpestata e svilita.

Benedetto XVI indica delle strade, che non saranno ben viste da chi è imbevuto da ideologie che privilegiano i programmi e le pianificazioni, o da chi teorizza il guadagno e l’interesse senza limiti, ma che sembrano, allo stato attuale delle cose, le uniche percorribili: una di queste è “il principio di gratuità” che non è una bella frase, (e che sarà probabilmente fraintesa da alcuni) ma l’esercizio di una “attività economica per il bene comune” vivendo il proprio impegno “come qualcosa che va al di là del proprio interesse, a beneficio delle generazioni presenti e future”. In un momento storico in cui un certo numero di amministratori ha tratto guadagni illeciti da una cosa pubblica che avrebbero invece dovuto amministrare per il bene di tutti, “gratuità” significa ritorno alla vera sfera politica, quella del fare-per-la-città e non per se stessi.

Non è un caso che poi il Papa parli di una dimensione, quella di un lavoro in cui coincidono eticità e mercato, che è già operativa, seppure non sufficientemente messa in luce dai media che talvolta ignorano realtà costruttive e “gratuite”, forse perché in odore di confessionalità, il che, tra l’altro, non è vero.

La dignità, continua Benedetto XVI, non ha età, e inizia dal concepimento, fino ad arrivare alla famiglia attraverso un lavoro che, per permettere il mantenimento dei figli, non deve essere abbandonato a una precarietà selvaggia. Non è un caso che il Pontefice sottolinei proprio la necessità del suo mantenimento nel tempo e che esso non sia visto come “una variabile dipendente dei meccanismi economici e finanziari”.

Sono parole che sembrano qualcosa di più di un messaggio, seppure per un’occasione così importante, ma che rappresentano l’indicazione che è possibile, nel qui e nell’ora, costruire una vita migliore e a misura d’uomo.

One thought on “Giornata Mondiale della Pace: realismo cristiano controcorrente”

  1. Maria Laura Petrongari

    Per costruire la pace bisogna partire dalla coscienza di ogni singola persona.Con semplicità. Seguire l’esempio di Gesù, di Maria, di Giuseppe.San Francesco,il Santo che ha parlato il linguaggio più corrispondente ai richiami di Gesù per una vita di semplicità, di onestà, di coerenza, al servizio dell’altro e della volontà del Dio dell’Amore, può aiutarci tutti in questo percorso tenuto conto della capacità che questo Santo ha ancora oggi di far vibrare l’anima e scaldare i cuori di tantissima gente a partire dai più giovani. San Francesco riesce a parlare una lingua comprensibile a tutti che è l’espressione di una fede sincera come quella dei bambini e pure così forte perchè essenziale e pulita.La forza della ribellione al male, la tenacia nel perseguire i valori, la coerenza disarmante e sconvolgente di una vita alla ricerca di una completa riconciliazione con Dio.Il bisogno dell’assoluto nella storia.La persona che si confonde con il tutto.L’armonia delle diversità che si incontrano per fondersi in una realtà di fratellanza come i colori dell’arcobaleno che sono tanti e tutti indispensabili perchè il tutto, l’arcobaleno appunto, possa essere tale.La Pace è la volontà di Dio . Ma occorre educare alla pace sin da bambini in primo luogo con l’esempio del mondo adulto e corrotto dal potere e cedevole alle tentazioni perciò incapace di testimoniare proprio la pace perchè l’arrivismo, il desiderio smodato di possesso e di ricchezze conducono all’egoismo e perciò alla esclusione dell’altro, quindi all’ostilità ed alla guerra.Occorrono, è vero nuovi cristiani: cristiani controcorrente e il coraggio di dire la verità.
    Maria Laura Petrongari

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