Gita annuale dei sacerdoti e dei diaconi con il vescovo Domenico

Giornata di fraternità per i sacerdoti reatini: «nella fede la forza della comunione»

Il vescovo ha sottolineato l’importanza di nutrire un autentico rapporto di comunione e di accoglienza reciproca tra le generazioni: anziani e giovani hanno la responsabilità di far emergere in maniera sempre più significativa la forza della comunione di cui la fede è capace

Santuario della Madonna del Transito a Canoscio: è la meta scelta per la gita annuale dei sacerdoti e dei diaconi con il vescovo Domenico. Il santuario è situato su una collina che domina tutta la valle del Tevere in prossimità di Città di Castello, un luogo davvero suggestivo per la sua posizione logistica. Ma ancora più suggestivo per la sua vicenda storica, che racconta di una significativa presenza cristiana a partire dal IV-V secolo. Lo ha spiegato il Rettore del Santuario, don Franco Sgoluppi che ha accolto il clero reatino con squisita cortesia.

Arrivati sul posto, vescovo e sacerdoti hanno concelebrato l’Eucarestia nella memoria di San Lugi Gonzaga. Mons Pompili, nell’omelia, ha voluto sottolineare due aspetti che dovrebbero caratterizzare l’impegno pastorale. Prendendo spunto dalla prima lettura del giorno, che narra di Elia che trasmette il suo spirito profetico ad Eliseo, il vescovo ha sottolineato l’importanza di nutrire un autentico rapporto di comunione e di accoglienza reciproca tra le generazioni: anziani e giovani hanno la responsabilità di far emergere in maniera sempre più significativa la forza della comunione di cui la fede è capace, in vista di quel servizio pastorale che diventa efficace solo se è credibile. Un impegno di cui la nostra diocesi ha più che mai bisogno, soprattutto da parte dei preti e dei diaconi.

L’altro aspetto sottolineato dal Vescovo è legato alla preghiera che Gesù ci ha insegnato, così come ci dice il vangelo di Matteo. Dire Padre nostro nell’autenticità della fede significa non solo stabilire un profondo e vitale rapporto con Dio, che è Padre e che ci chiama a collaborare con Lui per la realizzazione del suo regno; dire Padre nostro significa anche incarnare la fede in una dimensione orizzontale, che spinge a guardare alle necessità della gente nella prospettiva di quel dacci oggi il nostro pane che chiama alla condivisione e che inquieta il cuore di fronte alle tante povertà che appesantiscono in maniera talvolta drammatica l’esistenza di tante persone e di tante famiglie.

Dopo la concelebrazione, don Franco ha illustrato la storia del santuario e ne ha spiegato la rilevanza pastorale sul territorio, mettendo in evidenza che ancora oggi è tanta la gente che lo frequenta, soprattutto per trovare un momento di riflessione sulla propria vita e per la confessione.

La visita al santuario si è conclusa con un ottimo pranzo nel ristorante adiacente. Essendo san Luigi sono stati festeggiati i don Luigi della diocesi, presenti e assenti. Per l’occasione il pro-vicario don Luigi Aquilini ha proposto un suo componimento poetico molto bello in onore del santo.

La comitiva si è quindi recata a Città di Castello, dove era attesa da un altro amico, don Giancarlo Lepri, che ha illustrato le bellezze del duomo e del museo diocesano. Qui è anche avvenuto l’incontro con il vescovo mons Domenico Canzian. A Città di Castello non poteva mancare la visita al monastero di Santa Veronica Giuliani. Accompagnati da don Giancarlo i sacerdoti reatini hanno vissuto anche questo momento di spiritualità con l’aggiunta di un evento straordinario regalato da don Rino che, alla vista della scala santa presente nel monastero, ha sentito il bisogno di salirla in ginocchio per chiedere perdono per i peccati dei preti reatini e, anche, per i suoi.

Mai dimenticare che i santi sono potenti intercessori, ed è bello pensare che sia stata Santa Veronica a suscitare in don Rino la voglia di salire quella scala. A volte i miracoli avvengono e perché non pensare di aver ottenuto una grazia speciale tornando a casa con la gioia nel cuore per la giornata vissuta insieme? Non resta che aspettare. Semmai l’anno prossimo si troverà da qualche parte un’altra scala santa…