La fantascienza si fa commedia

È il caso riuscito de “I guardiani della galassia”. Divertimento assicurato

Arriva in Italia, dopo aver sbancato i botteghini americani, il nuovo film di fantascienza I guardiani della galassia, tratto da un fumetto di culto negli Stati Uniti e prodotto dalla Marvel Studios con la distribuzione della Disney. Un’accoppiata ormai vincente, visti i successi sempre più eclatanti dei film tratti dai fumetti e legati ad un immaginario fantascientifico. Ma “I guardiani della galassia”, diretto da James Gunn, ha una particolarità che lo distingue da tutti i cine-comic (come vengono ormai chiamate le pellicole tratte dai fumetti) che lo hanno preceduto: non ci troviamo di fronte ad una storia cupa, drammatica, con super-eroi tormentati e afflitti da grandi problemi esistenziali, bensì siamo nel regime della commedia, con protagonisti scanzonati, divertenti, sempre pronti alla battuta, in un clima che a molti ha ricordato quello gioioso, colorato e retrò dell’inimitabile “Star Wars” di George Lucas, capolavoro del 1977 che, insieme ad “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg, aveva permesso alla fantascienza di diventare un genere di serie A nel mercato cinematografico (prima il genere fantascientifico era sempre stato considerato un genere minore ed era ben poco seguito).

Questa pellicola inaugura, dunque, un nuovo fecondo sotto-genere del cine-comic: il cine-comic comico e non drammatico, pieno di citazioni, di musica, di divertimento e, naturalmente, effetti speciali. La pellicola è, infatti, realizzata con le moderne tecniche 3D e offre agli spettatori una visione immersiva e totalizzante. Il giorno in cui sua madre muore, il piccolo Peter Quill viene misteriosamente risucchiato nello spazio. Yondu, un umanoide dalla pelle blu, non lo consegna a chi di dovere e lo alleva insieme alla sua squadra di fuorilegge noti come Ravager. Ventisei anni dopo, nel 2014, Peter è un audace avventuriero dello spazio che si fa chiamare Spacelord e va a zonzo su una nave lercia, dove ascolta sempre e soltanto la musicassetta che aveva con sé quel fatidico giorno del 1988. Entrato per caso in possesso di una sfera misteriosa, Quill scopre che il feroce Ronan è determinato ad averla per distruggere il pianeta Xandar e molto probabilmente non solo quello. Per sventare il piano apocalittico di Ronan, Peter si allea quindi con una squadra di ricercati come lui: il procione Rocket, mago della meccanica, il suo amico Groot, una creatura dalle sembianze d’albero, la bella e dannata Gamora e il grosso Drax, assetato di vendetta.

Se il dosaggio indovinato di avventura, dramma e commedia è ciò che salta all’occhio, il merito di Gunn sta anche nel non aver affidato l’escalation dello spettacolo soltanto agli effetti speciali, ma di essersi ancorato allo spirito sincero e dissacrante che sta dietro ai personaggi. I protagonisti, infatti, sono tutti disadattati, fuorilegge che hanno ben poco a che fare con la figura canonica dell’eroe, egoisti a cui non interessa il bene altrui, anarchici in cerca solo della loro fortuna, ma che, alla fine, riuniti insieme dal caso, troveranno una forza inaspettata, facendo gruppo, e saranno in grado di compiere azioni mai immaginate. Una pellicola in cui si respira l’atmosfera scanzonata dei film di Spielberg e Lucas, nostalgica e citazionista (anche nella bella colonna sonora), che arricchisce il parco cinematografico Marvel-Disney, dando linfa vitale ad un genere che, come succede sempre, sta rischiando di diventare troppo ripetitivo.