Don Lorenzo sulla rinuncia di Benedetto XVI

A otto mesi di distanza dalla rinuncia di papa Benedetto XVI all’esercizio del ministero petrino, ormai decantate le emozioni suscitate da questa azione imprevedibile ed imprevista, monsignor Lorenzo Chiarinelli, vescovo emerito di Viterbo, in un volume appena pubblicato vuole condividere con i suoi lettori le sue attente, appassionate meditazioni utili a ricomprendere nel solco profondo della storia della Chiesa la scelta radicale del Pontefice, intesa e interpretata come risposta estrema ad una chiamata ineludibile. Il prezioso volumetto, agile e lineare nella limpidità dell’assunto, denso di dottrina nei contenuti, sceglie un titolo programmatico, Così antica e così nuova: la Chiesa! Esplicitato mediante il sottotitolo Meditando sul “gesto inatteso” di Papa Benedetto XVI e con il consueto rigore metodologico connaturato all’Autore si sviluppa su tre distinti nuclei concettuali: il gesto inatteso, la vocazione, la provocazione.

La riflessione del vescovo Chiarinelli si sviluppa dunque diacronicamente, ripercorrendo le azioni mediante le quali dall’11 al 28 febbraio papa Benedetto ha preso congedo dal collegio cardinalizio, dal clero di Roma, dai fedeli che ha chiamato fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo con i quali continuerà ad essere unito nella preghiera, dopo gli atti solenni ed inusuali che sigillano dietro alle sue spalle fragili e curve il pesante portone del palazzo apostolico di Castelgandolfo. Ma la vicenda umana di papa Benedetto XVI si apre, grazie alla lettura suggerita da monsignor Chiarinelli, ad una prospettiva ermeneutica nell’orizzonte della fede. Così vengono seguiti i passi di questo straordinario teologo, capace di esprimere con i suoi atti la fedeltà a Cristo ed alla Chiesa, di cui contribuisce a costruire la storia.

Il secondo aspetto su cui dunque il nostro don Lorenzo richiama l’attenzione del lettore è quello della vocazione, l’esortazione a salire sul monte delle beatitudini, delle rivelazioni, dell’isolamento che prelude a varcare l’apocalittica porta del cielo. I riferimenti scritturali offrono una sicura traccia interpretativa, che consente di comprendere finalmente come l’azione di papa Benedetto non sia una rinuncia facile, un ritorno alla vita usuale, ma piuttosto un generoso slancio verso il mistero della rivelazione: ecco dunque la Chiesa così antica e così nuova, capace di rinnovarsi profondamente in sostanziale continuità con la sua vicenda millenaria.

Ecco dunque che il terzo ed ultimo concetto sul quale l’Autore concentra ed argomenta il suo pensiero è quello della provocazione, o meglio della pro-vocazione, che fa di papa Benedetto un nuovo Abramo, ispirato dallo Spirito Santo, nel cuore dell’Anno della fede.