Diaconi in ritiro in attesa del nuovo vescovo

«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,30).
È con queste parole del Vangelo di Matteo, che introduciamo la “cronaca” dei tre giorni del ritiro spirituale della comunità diaconale diocesana.

Dal pomeriggio del 18 giugno al pomeriggio di sabato 20 si è svolto – nel luogo che da tanti anni accoglie la comunità, presso il Monastero benedettino “Santa Caterina” di Scai, luogo incantevole immerso nei nostri monti – il consueto incontro annuale. Preceduto durante l’anno da incontri di formazione mensili, il ritiro annuale è luogo, oltre che di formazione, di incontro e scambio di esperienze: il momento adatto per conoscersi meglio e condividere l’esperienza diaconale. La comunità, cresciuta negli anni per volontà del vescovo Lucarelli, conta ad oggi quindici diaconi, tutti inseriti in diverse esperienze, nelle parrocchie o in attività della curia.

Ha aperto la parte formativa il diacono Silvano Silvani, con una esegesi sul “Libro di Giobbe” e tutti hanno potuto apprezzare la profondità e la conoscenza con cui il confratello ha trattato l’argomento.

Il venerdì, la presenza del vescovo emerito Don Lorenzo Chiarinelli ha caratterizzato l’intera giornata di formazione. Partendo dal capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, il vescovo ha illustrato le radici della “pastoralità” ed ha approfondito l’orizzonte del servizio pastorale, sulla scia dei documenti del Vaticano II e in particolare della Costituzione “Gaudium et Spes”. Ed ecco che con il suo comprovato stile, ricco di conoscenza ed affascinante esposizione, il vescovo ha fatto sintesi dei metodi, dello scopo e delle finalità cui la pastorale cristiana è dedicata. Le connotazioni qualificanti della pastorale che si orientano dalla lettura del contesto a cui è rivolta, alla partecipazione attiva e alla creatività che nasce dalla voglia di percorrere insieme il cammino di fede.

Come ribadito da don Lorenzo, questo percorso richiede delle dimensioni essenziali, che sono la fedeltà, il servizio e la storicità, vista come vissuto della propria epoca, del proprio immanente.
Tutta questa azione pastorale, nasce cresce e si nutre alla fonte del “Buon Pastore” che è Gesù Cristo. Tutto il resto è niente. Naturalmente la giornata ha visto momenti di preghiera a partire dalle lodi, alla Santa Messa celebrata dal vescovo e dai Vespri solenni e l’Adorazione Eucaristica che la comunità ha vissuto nello splendido Santuario della “Madonna delle Grazie” di Varoni, a pochi passi da Scai, ospiti del parroco don Stefano.

L’ultimo giorno è stato il parroco di Cittareale, don Fabio Gammarrota, con una esegesi sulle letture del giorno e le sue esperienze pastorali a chiudere gli incontri formativi, alla presenza del vescovo Delio Lucarelli che, come sempre, non ha fatto mancare la sua vicinanza e il suo affetto alla comunità da lui voluta e curata. Né sono mancati momenti di confronto, di scambio di esperienze tra i diaconi e gli aspiranti diaconi, anche loro presenti, tra ansie e certezze. Insieme al vescovo Delio, si è anche parlato con serenità del futuro della comunità in vista del nuovo episcopato, ormai imminente, dei rapporti tra il diacono e il presbitero, di come questo ministero è vissuto insieme alla famiglia.

Citavamo il brano evangelico di Marco all’inizio, come segno del vissuto del diacono, chiamato a compiere, con l’appartenenza all’ordine, la volontà di Dio al servizio del prossimo. Il diacono che ha già ricevuto il Sacramento del matrimonio è chiamato ad assaporare e vivere, alla guida di Gesù, questi gioghi, dolci e leggeri, segno della chiamata ricevuta e accolta con gioia.