Così la diocesi ha aperto l’anno pastorale

Martedì scorso il via al cammino in sintonia col prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia e i nuovi orientamenti sulla catechesi. Il vicario generale: «Più conoscenza reciproca e lavorare per una sempre maggiore unità».

Tutti in Duomo, in ricordo di quel lontano 9 settembre 1225 in cui era stato Onorio III a consacrare la basilica superiore intitolata alla Madre di Dio. Non tanto a celebrare la gloria di un edificio materiale, ma a riaffermare l’impegno di costruire quell’edificio spirituale in cui ognuno si senta “pietra viva”.

La ricorrenza liturgica dell’Anniversario della dedicazione della Cattedrale segna per la Chiesa reatina, complice anche il calendario, l’avvio ufficiale dell’anno pastorale. E, radunata nella chiesa madre, la comunità diocesana è pronta a dare il via al proprio cammino, mettendosi in sintonia con la Chiesa universale e con quella italiana, attraverso i due importanti riferimenti alla famiglia e all’impegno catechetico: l’attualità ecclesiale vede infatti l’ormai imminente assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi sulle tematiche della famiglia e la recente pubblicazione del testo Incontriamo Gesù come orientamenti per la catechesi. A parlarne, nell’assemblea che precede la celebrazione liturgica della Dedicazione, sono il responsabile della Pastorale familiare e dell’ufficio catechistico, don Fabrizio Borrello e don Marco Tarquini.

Al primo il compito di soffermarsi sull’istrumentum laboris su cui si confronteranno a ottobre i padri sinodali, affrontando le problematiche legate alla realtà familiare nel mondo d’oggi: al di là delle frettolose e imprecise letture giornalistiche, è indubbio che la Chiesa si stia accingendo a una corposa riflessione, sulla scorta di un’ampia consultazione e di stimoli molto interessanti, e come Chiesa locale occorrerà sintonizzarvisi bene, innanzitutto accompagnando i lavori sinodali – come il Papa ha chiesto di fare – con un’intensa preghiera.

Sul documento Incontriamo Gesù, invece, l’intervento di don Marco, dopo la presentazione che di esso era stata fatta ai catechisti il sabato precedente (ne riferiamo qui sotto): anche qui, un impegno di riflessione pastorale e di confronto sull’impegno di annuncio e catechesi che dovrà coinvolgere tutto il tessuto ecclesiale.

Un cammino che riguarderà sacerdoti, diaconi, religiosi, laici, spiega poi il vicario generale prendendo la parola al termine della Messa per le indicazioni pastorali del prossimo anno: come “Chiesa madre” capace di accogliere e vegliare su tutti e come “Chiesa famiglia” che sa camminare in comunione. Sforzandosi, ha esortato don Jarek, nel migliorare «collaborazione, conoscenza e organicità nella vita della Chiesa», superando la mancanza di comunicazione e quella deleteria tendenza a marciare per strade parallele e disunite, a cominciare dal clero.

Unica voce levatasi dall’assemblea, quella di don Lorenzo Blasetti, che con il suo stile schietto e pungente ha invitato la comunità diocesana a scuotersi: «40 anni fa dicevamo le stesse cose… Ma vogliamo darcelo un progetto serio di catechesi, di pastorale, di iniziazione cristiana, vincolante prima di tutto per noi?». Finendola con la ricerca del “prodotto meno caro” per una vera linea unitaria.

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