Comifar: chiude la sede di Rieti

La direzione della Comifar, gruppo multinazionale di distribuzione del farmaco, che ha a Rieti una storica sede operativa che rifornisce le farmacie della provincia e non solo, oggi ha formalmente comunicato che il centro distributivo di Rieti verrà chiuso entro il mese di febbraio 2012.

«Comifar, gruppo multinazionale di distribuzione del farmaco − ricordano in un comunicato congiunto Enrico Turchi (Filcams Cgil) e Pietro Feliciangeli (Uiltucs Uil) − è la più grande azienda operante nel settore in Italia. Ha da anni un centro distributivo a Rieti in via E. Greco che occupa 19 dipendenti più un indotto di una decina di corrieri che portano farmaci nelle farmacie del territorio provinciale ed anche in quello circostante».

«Il 19 gennaio dello scorso anno − prosegue il comunicato − la direzione della Comifar comunicò alle organizzazioni sindacali la decisione di chiudere, insieme ad altri centri anche quello di Rieti. La risposta dei sindacati e dei lavoratori di Rieti che si mobilitarono con forza a difesa di questo importante presidio farmaceutico sito sul nostro territorio e a difesa di almeno una trentina di posti di lavoro (se si comprende anche l’indotto, i corrieri) consentì, col fondamentale contributo delle amministrazioni locali (Provincia e Comune in particolare, quale azionista di maggioranza della Azienda Servizi Municipalizzati detentrice di quattro farmacie), nonché della associazione dei farmacisti (Federfarma), di preservare sul territorio di Rieti questo importante presidio. Enti, associazioni, furono insomma capaci di realizzare un mezzo miracolo di unità in difesa del territorio e della comunità, inducendo la Comifar a non chiudere il centro con l’impegno sia delle farmacie pubbliche (ASM) sia di quelle private di dare il giusto valore commerciale alla presenza di un fornitore in loco e alla qualità del servizio (ai cittadini) che da ciò deriva. A queste condizioni nel gennaio del 2011 Comifar non chiuse dunque il centro di Rieti. Di questo risultato ringraziammo le Istituzioni e le Associazioni (farmacisti) e in particolar modo il Sindaco anche in qualità di azionista di maggioranza dell’ASM oltre che per il suo contributo personale».

«Di li a pochi mesi − sottolineano i due sindacalisti − purtroppo gli iniziali impegni sono venuti meno e sono venuti meno proprio dalla parte di un’azienda pubblica (l’ASM). Oggi dati alla mano dobbiamo constatare che nei fatti, mentre le farmacie private hanno tangibilmente tenuto conto degli impegni, l’ASM di Rieti ad oggi non solo non ha onorato gli impegni ma ha addirittura azzerato gli ordinativi».

Filcams Cgil, Uiltucs Uil e la RSA Comifar di Rieti ritengono «profondamente sbagliata, oggi come un anno fa, la scelta della Comifar di chiudere il centro di Rieti e lo ribadiranno domani in occasione dell’incontro tra coordinamento sindacale del gruppo Comifar e dirigenza aziendale, riservandosi tutte le iniziative, anche di lotta, in difesa del centro». Ciò detto sottolineano «le responsabilità di chi ha vanificato lo sforzo di tutto un territorio per mantenere a Rieti un importante insediamento che, tanto per dare un’idea, sottrarrà, in totale, al territorio poco meno di 90 mila euro di stipendi al mese e metterà in profondo disagio trenta famiglie».

Le organizzazioni sindacali e i lavoratori «lasciano all’opinione pubblica il giudizio sui comportamenti degli attori di questa vicenda (ASM, Comune maggior azionista), ma rimarcano con nettezza un fatto incontrovertibile ovvero che l’azzeramento degli ordini da parte dell’ASM e ciò che ne consegue in termini di fatturato costituisce la motivazione con la quale l’azienda Comifar stamattina ci ha comunicato la chiusura del Centro Distribuzione del farmaco di Rieti entro il mese di febbraio 2012. Questo è un fatto che comunque lo si voglia rigirare ha vanificato il mezzo miracolo operato con l’unità di intenti fra istituzioni, sindacato e Federfarma di un anno fa».

«Chi ha operato queste scelte in ASM  − concludono Turchi e Feliciangeli − deve sapere che il risultato di quelle scelte è la chiusura di un importante presidio medicale su un territorio frastagliato come quello della provincia di Rieti, e la messa in mobilità (licenziamento) di 19 persone più una decina di lavoratori dell’indotto. Se ne assuma la responsabilità e, se crede, si preoccupi di cercare di rimediare. Almeno ci provi».