La città in mano ai musicisti

Nata in Francia nel 1982 per iniziativa del Ministro della Cultura Francese, Jack Lang, la Festa Europea della Musica è l’evento che ogni 21 giugno celebra l’arrivo dell’estate in molte città in Europa e nel mondo, regalando centinaia di concerti completamente gratuiti, di ogni genere musicale.

Nel 2014, l’iniziativa festeggia a Rieti la sua XIV edizione, dopo aver ripreso slancio nel 2013 grazie all’Associazione Culturale di Promozione Sociale “Musikologiamo” e al Lions Club Rieti Host, anche con la collaborazione di «Frontiera» (clicca qui per gli eventi).

«Quest’anno ci siamo mossi con un certo anticipo – ci ha spiegato a nome dei Lions Federico Bellonie la proposta ha trovato riscontro anche tra realtà come l’Ascom. È un fattore importante, perché la Festa della Musica ha certamente un qualche potenziale di attrattiva dall’esterno. Per altro questa edizione è stata accreditata tra quelle ufficiali a livello nazionale e internazionale. Questo ci garantisce di sicuro una maggiore visibilità».

Quello “turistico”, però, rimane un “effetto collaterale”. Sembra venir prima lo spirito popolare…

Infatti, è vero che insieme a Musikologiamo ci siamo adoperati per dar vita a più concerti nel centro storico, anche puntando su spazi che a prima vista non si presterebbero. Questo fa parte del discorso di valorizzazione del territorio. Ci sta più a cuore, però, far crescere una cultura della partecipazione popolare. L’idea originale è che durante la festa chiunque possa andare in strada e suonare, facendo dello spazio pubblico un piccolo palcoscenico per potersi esprimere.

È un po’ come dire che per promuovere la città bisognerebbe per prima cosa rifarla propria, saperla vivere…

Sì, il senso più profondo è questo. Dal punto di vista pratico della manifestazione stiamo lavorando per superare l’idea del “concerto organizzato”, della “rassegna musicale”. Ovviamente è un discorso in prospettiva, ci stiamo avvicinando al risultato piano piano. Del resto questo modo di ragionare non appartiene certo alla nostra tradizione consolidata.

Ma a Rieti ci sono musicisti e spazi per la musica?

Beh, io non sono esattamente un esperto in materia, ma che ci sia un certo fermento musicale si coglie facilmente. Al di là di alcune realtà ben rodate, non mancano né gli studenti di conservatorio, né i giovani che si dedicano con passione ai generi più “leggeri”. Quanto a cultura musicale, in linea generale non siamo in difetto. E non mancano neppure gli spazi per suonare se si guarda alle grandi sale “istituzionali”. Quelli che sembrano mancare sono luoghi meno elitari come un buon numero di la sale prove, o un semplice palco nei parchi. È vero che si può comunque suonare più o meno dappertutto, ma è difficile che questo accada senza gli strumenti per far crescere una vera “scena musicale” locale. Lo spazio che manca veramente è quello adatto alla condivisione, alla sperimentazione dei percorsi musicali. Ma questo problema sembra essere d’attualità anche in molti altri ambiti della vita cittadina.

Per questo lo sguardo della Festa inizia ad allargarsi anche alle periferie?

Di sicuro è un tema serio: non si può continuare a pensare solo al centro, e dentro di questo posare lo sguardo solo su alcune zone. Ma quest’anno rispetto alla periferia abbiamo disposto solo qualche tentativo. Speriamo di poterci lavorare in modo migliore il prossimo anno. Gli obiettivi ci sono tutti: vanno conquistati un po’ alla volta, mano a mano che si stabilizzano le realtà già avviate. Di sicuro siamo fiduciosi, l’interesse di pubblico e musicisti quest’anno è cresciuto molto.