Unire l’Europa con l’arte

A Roma mostra su “Co.Br.A.”, gruppo nato dopo la seconda guerra mondiale

Ciò che avvenne all’indomani della fine della seconda guerra mondiale merita certamente una riflessione. L’occasione ci è offerta da una mostra in corso a Roma (Palazzo Cipolla, 4 dicembre – 3 aprile 2016) dal titolo “Co.Br.A. Una grande avanguardia europea”. Il nome del gruppo è un acronimo geografico, sono le iniziali delle città di origine dei principali fautori del movimento: Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam. Co.Br.A. nacque a Parigi nel 1948 per iniziativa di Asger Jorn, Karel Appel, Constant, Corneille e degli scrittori Christian Dotremont e Joseph Noiret, e subito si configurò come un nuovo segno, aggressivo e rivoluzionario.
Gli artisti di Co.Br.A svilupparono un linguaggio fatto di pura energia creativa, dove la vitalità e la spontaneità del gesto si unirono all’immediatezza espressiva dell’immagine. Sembra come se nelle tele, l’esplosione incontrollata della bombe avesse scaturito un’esplosione incontrollata del colore e della forza di rinascere e rivivere. Appel, Jorn, Constant e Corneille traevano ispirazione dal folklore e dalla mitologia nordica e le loro opere sono cariche di colore e dense di matericità.
La mostra offre la possibilità di fare un viaggio in un mondo di esseri primordiali, simbolici e fantasiosi, facce stravolte, curiosi animali e strani personaggi; figure-non figure dotate di una particolare energia che danno slancio all’immaginazione e alla gioia. Anche nella tela di Karel Appel “Bambini che elemosinano” del 1948, nata da un viaggio dell’artista in una Berlino devastata dalla guerra, è vivo questo sentimento. L’artista utilizza colori scuri e tetri, ritraendo i fanciulli alla stregua di verdi silhouette stilizzate, ma il quadro nasconde qualcosa di vitale; sono i graffi che scalfiscono la coltre della pittura e fanno emergere un secondo strato cromatico, che serve a percepire lo spirito libero e creativo dei bambini. Carl Henning Pedersen, lo Chagall nordico, con la sua “Venezia fa un sacrificio al mare” del 1950, offre al pubblico un vero bagno di colore, tra il giallissimo e l’azzurrissimo, con quelle strambe ed enormi figure che fanno capolino. Il mondo delle fiabe ritorna con le sue immagini fanciullesche nella tela di Asger Jorn “Il Corvo” del 1952, un olio su masonite. Basta osservare per qualche istante le goffe raffigurazioni, il faccione acciottolato di colore giallo, il segno nero e rosso volante e il non definito verdone, per fantasticare e creare mille storie stravaganti. Constant ci diverte con la tela “Donna che ha ferito un uccello con una foglia morta” del 1949, dove un nero e arrabbiato pennuto sembra redarguire l’attonita signora, colta in flagrante con la foglia tra le mani. E non poteva mancare il morso del serpente con “Un Gruppo di Cobra” del 1964, dove Jorn, attraverso la raffigurazione del mondo animale, tema iconografico caro agli artisti, celebra quella che fu l’avanguardia artistica post-bellica, che con il suo piglio innovativo volle destare l’Europa del letargo culturale in cui era caduta a causa della guerra.
Magnifica è poi la sezione dedicata ai disegni, dove si coglie ancora di più, attraverso i tratti rapidi ed istintivi, la voglia di un’arte libera e ansiosa di elaborare nuove teorie estetiche. Co.Br.A nasceva con una vocazione europeista, l’arte doveva esprimere un linguaggio vitale capace di parlare ed unire l’Europa, e nasceva negli stessi anni in cui un altro gruppo di uomini, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Shuman, sognavano la stessa meta. Co.Br.A. si sciolse nel 1951 come quel cavaliere che finisce la sua missione: di lì a poco con i Trattati di Parigi del 1951 e di Roma del 1957 nasceva l’Europa unita. Forse questa mostra ci vuol ricordare quel sogno e quel serpente pronto ancora a mordere, se necessario.