2 febbraio: Delio Lucarelli a Rieti da vent’anni

Alle 16 in punto di domenica 2 febbraio 1997 smontava dall’automobile che lo conduceva da Roma, accolto sotto gli archi del vescovado dai vescovi Giuseppe Molinari, in partenza per la sua L’Aquila dopo sei anni alla guida della Chiesa reatina, e Lorenzo Chiarinelli, mons. Delio Lucarelli. Il 30 novembre 1996 papa Giovanni Paolo II lo aveva destinato alla cattedra di san Probo e il 6 gennaio dell’anno successivo lo aveva personalmente ordinato nella basilica vaticana. In quella ormai lontana festa della Presentazione del Signore aveva inizio un episcopato lungo, che si sarebbe concluso soltanto il 15 maggio 2015, allorché proprio a Lucarelli, dopo la rinuncia presentata per raggiunti limiti di età nel novembre precedente, spettò il compito di annunciare che papa Francesco aveva scelto Domenico Pompili come suo successore.

Quest’anno ricorre dunque il ventesimo anniversario dell’arrivo di mons. Delio, il quale ha deciso, da emerito, di rimanere a Rieti: un rimanere che sinora ha brillato per modestia e discrezione. Da più di un anno Lucarelli ha lasciato il suo alloggio alle spalle della Cattedrale per andare a vivere nella Casa Buon Pastore, nel popoloso quartiere di Campoloniano. Lì ha il suo appartamento e la sua indipendenza, ma allo stesso tempo è parte attiva della comunità sacerdotale che è venuta prendendo forma ai piedi del Terminillo e che egli vive in spirito di fraternità nella concelebrazione dell’Eucaristia e nella condivisione dei pasti e dei momenti conviviali.

Il prossimo 2 febbraio il vescovo Domenico presiederà nella Basilica Cattedrale la santa messa per la Giornata della vita consacrata, in occasione della quale i religiosi e le religiose rinnoveranno il loro proposito di vivere in obbedienza, povertà e castità la chiamata ricevuta da Dio. C’è da scommettere che mons Pompili non mancherà di rivolgere un pensiero grato e affettuoso al suo predecessore, che nella sua prima omelia reatina di venti anni fa proprio dalla luce delle candele associate alla liturgia della Presentazione di Gesù al tempio prese spunto per additare ai fedeli «la fiamma che è vita e segno di orientamento per chi cammina».