ZTL: non si placa la polemica

Il dilemma ztl non è arrivato ad una soluzione. Nel senso che dal 15 giugno, data di entrata in vigore dell’orario estivo (dalle 16 alle 5 ) la città è divisa in due. Come pareri ovviamente.

Una parte dei cittadini infatti si dice comunque soddisfatta della scelta, mentre l’altra metà, tra cui molti commercianti, chiede a gran voce che si torni al vecchio orario, quindi dalle 23 alle 5. Ma il problema non è solo legato agli orari della zona a traffico limitato perché a far storcere la bocca a molte persone è anche la tassa di 60 euro annui che i residenti dovranno pagare per poter accedere al centro storico e soprattutto rientrare a casa. Quello che in molti non comprendono, al di là della cifra da sborsare, è che quanto verrà devoluto alle casse comunali, anzi della Saba Italia, non darà poi la certezza a chi risiede in centro, di trovare parcheggio nelle vicinanze della propria abitazione.

Altro problema, di non secondaria importanza è quello dei parcheggi che dovrebbero garantire a chi vuole lasciare l’auto fuori dalle mura di raggiungere il centro storico a piedi. A questo sembra aver trovato una soluzione, anche se non può essere l’unica, l’assessore alla Viabilità, Daniele Fabbro, che ha deciso di istituire la sosta con disco orario a 2 ore, nell’orario compreso dalle ore 8 alle 20, nei parcheggi posizionati nella zona piazza Marconi-Porta Cintia lungo la caserma “Verdirosi”. In questo modo i posti auto passano dalla lunga sosta a una zona di sosta breve che non superi le due ore ovviamente su strisce bianche e quindi gratuita. «L’intento – ha spiegato Fabbro – è quello di creare un ricambio delle autovetture parcheggiate in modo da favorire, durante l’orario di vigenza della ztl, l’accesso delle persone al centro storico e quindi anche alle attività commerciali situate al suo interno. Inoltre ci sarà un controllo per il rispetto della sosta in disco orario nelle zone in cui è già vigente, come Porta D’Arce, viale Canali-Morroni e via dei Tigli».

Un cambiamento certo, ma che sicuramente non risolverà una situazione, quella del traffico cittadino, ormai ingestibile sotto molti aspetti. Sarà che la polizia municipale è sotto organico, sarà che alcuni automobilisti non hanno la più pallida idea di cosa sia il rispetto dei divieti, ma ad oggi la città vive comunque un periodo tutt’altro che felice riguardo alla viabilità. A questo punto è chiaro che il problema non può e non deve più essere ricondotto soltanto alla ztl, ma va inserito in un contesto più ampio. E su questo punta il dito anche il coordinamento reatino di Sel – Sinistra ecologia e libertà, che denuncia «l’assenza di una seria politica amministrativa sul centro storico, fatta di programmazione, pianificazione e partecipazione». Come dargli torto considerando che dello stesso parere ormai, sono anche moltissimi cittadini. Tutti quelli che vorrebbero una città diversa. E soprattutto idee più chiare da parte di chi questa città amministra. Sono anni che a Rieti esiste una zona a traffico limitato, ma sono anche dieci anni che l’amministrazione comunale si muove tra modifiche di ogni ordine e grado sia degli orari che di tutti i regolamenti legati alla viabilità. Una mancanza di organizzazione e coordinamento che crea solo sempre più confusione tra chi questa città vive ogni giorno. Automobilisti, ma anche pedoni. «La cosa grave – dice Simone Petrangeliè che dinanzi alle motivate proteste dei cittadini residenti in centro storico l’Amministrazione comunale non ha inteso convocarli o comunque organizzare incontri pubblici per discutere con loro e con tutta la città i provvedimenti inerenti l’accesso e la sosta nel centro storico». Da qui la richiesta di un «dibattito pubblico sul futuro del centro storico che coinvolga non solo residenti ed esercenti ma tutta la città, perché il centro storico è un bene comune di tutti». Ed eccola allora, la richiesta per la costituzione di una Consulta permanente per il centro storico, che metta insieme cittadini, associazioni dei residenti, commercianti, associazioni dei consumatori e ambientaliste per dar luogo ad un confronto e all’elaborazione di proposte ed idee condivise. «Per questo motivo – aggiunge Petrangeli – va sospesa immediatamente la famigerata determina dirigenziale n.662/11 nella parte in cui prevede per i residenti e non solo un ingiustificato e incomprensibile obolo annuale da versare, per giunta, ad una società privata».


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