Vita di quartiere in chiave ecumenica

Due serate di preghiera in chiave ecumenica, tra cattolici e protestanti: i fedeli della parrocchia Regina Pacis e quelli della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno

Due serate di preghiera in chiave ecumenica, tra cattolici e protestanti: i fedeli della parrocchia Regina Pacis e quelli della Chiesa cristiana avventista del Settimo Giorno. Due comunità che insistono sullo stesso quartiere: la sede della comunità avventista reatina si trova infatti nella zona di Regina Pacis, accanto al centro commerciale Futura. Quando il loro edificio sacro, anni fa, venne inaugurato, il parroco don Fabrizio era intervenuto alla cerimonia, portandovi anche il saluto del vescovo e della Chiesa cattolica locale. E in considerazione del legame territoriale, gli avventisti hanno pensato ai “vicini” della specifica comunità cattolica, appunto la parrocchia del quartiere, per proporre un momento di comunione spirituale da svolgere in appendice alla Settimana per l’unità dei cristiani.

Sono stati proprio i testi della Settimana pro unitate, incentrati sul brano dell’epistola paolina ai Corinzi in cui si ribadisce che “Cristo non può essere diviso”, a offrire lo spunto per la riflessione e la preghiera comune che ha visto riunite le due comunità nei rispettivi luoghi di culto: la prima sera sono stati gli avventisti a raggiungere la chiesa di Regina Pacis, per poi ricambiare l’indomani l’ospitalità nella loro chiesa in piazza Angelucci. A guidare la speciale assemblea “doppia”, i responsabili delle due comunità, l’uno accanto all’altro in entrambe le adunanze: il parroco cattolico don Fabrizio e il pastore avventista Daniele. Alternatisi nel guidare la preghiera, entrambi hanno condotto la riflessione sui brani biblici proclamati in ciascuna sera. Anche i rispettivi cori, quello parrocchiale di Regina Pacis e quello della comunità avventista, si sono recati in “trasferta” nelle aule liturgiche della comunità ospitante per l’animazione canora.

Il clima che si è respirato era di profonda comunione spirituale, nel sentirsi tutti appartenenti all’unica fede cristiana e testimoni dell’unico Vangelo di Gesù, nonostante le differenze dottrinali e strutturali tra le due confessioni. Un’esperienza che tutti i partecipanti hanno vissuto con grande coinvolgimento ed entusiasmo, con la prospettiva che possa inaugurare una stagione di possibile dialogo e collaborazione anche in esperienze di servizio e di solidarietà verso la realtà territoriale in cui insieme si vive e si è chiamati a incontrare l’uomo.