Succede che a “Rieti città dello sport”, proprio lo sport porti qualche imbarazzo. È accaduto la scorsa domenica con la tradizionale ciclistica del trofeo Leoni. Una 34esima edizione particolarmente bagnata, che ha visto il vincitore tagliare il traguardo in solitaria: perché in fuga, ma anche perché il resto dei concorrenti ha sbagliato strada. Nei pressi della rotatoria di Madonna del Cuore, infatti, i ciclisti hanno girato per via De Juliis anziché prendere via Manio Curio Dentato.
Cose che capitano. Ma al di là del momento di caos e dell’impaccio generale, da questa storia si può forse trarre una metafora della città. Perché ad esempio, a Rieti, chi ce la fa, in genere, ce la fa da solo. Persone di talento e di successo, a ben vedere non mancano. Di tanto in tanto si celebrano i risultati di qualche “reatino”. Sono invece più rari i successi d’insieme, il miglioramento generale. Ecco allora che lo “sbagliare strada” sembra essere quasi un destino della collettività, la condizione generale di una realtà senza punti di riferimento. E nella corsa come nella vita non si sa mai di chi è la colpa.
In questo spaesamento, più d’uno si lascia ammaliare dalla prima sirena che sente. Nascono così le tante varianti di “Rieti capitale di…” che si ripetono inconcludenti. Certo, le qualità non mancano. Ma forse la profondità sì: non sarà che a frenare lo sviluppo non è la mancanza di risorse, forze, idee, ma la voglia di realizzare subito, di fare affari su qualunque cosa sembri funzionare?
A Rieti non manca nulla, se non l’idea di chi realmente siamo. Per questo probabilmente sembriamo non sapere quale sia la direzione giusta da prendere. Oggi pensiamo a cittadelle dello sport, ieri litigavamo per il Terminillo, domani torneremo a sognare una nuova rivoluzione verde o il boom turistico.
Sono tutte ipotesi buone. Il punto è che non ci si può inventare una vocazione senza approfondire, senza vivere appieno le cose. Si possono percorrere tutte le strade, ma senza un punto di raccordo, una chiave di lettura più generale, si continuerà a girare a vuoto. E al traguardo continuerà ad arrivarci solo qualcuno, magari grazie ad un sorteggio. Mentre a tutti gli altri non rimarrà che continuare a mugugnare.