Cade di domenica la giornata conclusiva del Meeting dei Giovani di Leonessa, ed i ragazzi si raccolgono nel palazzetto dello sport che li ha ospitati per tre giorni per la messa presieduta dal vescovo Domenico, che traccia una sorta di bilancio che diventa anche un proposito per il prossimo anno. Il vescovo ricorda il tema dell’Ora tracciato come tematica di questa edizione del Meeting, e si sofferma sui momenti che solcano la nostra vita, quelli che rappresentano la svolta da cui non si torna indietro. Momenti che “non sono molti, e a volte non siamo neanche noi a sceglierli, ma ci vengono incontro. Come nel caso di una perdita importante, di una delusione, di un fallimento. Altre volte possiamo procurarceli interrogandoci: che cosa mi propongo di realizzare nella mia vita? Dentro ciascuno bisogna cercare per trovare quel sogno che, come diceva Monica Boggioni (atleta paraolimpica ospite della prima giornata), se ci credi si realizzerà, tutto o almeno in parte. Rientrare in se stessi è un po’ come immergersi nel senso del proprio cammino, soprattutto quando ci sono domande particolari”.
Nel giorno in cui si celebra il battesimo di Gesù, monsignor Pompili ricorda come anche lui si sia trovato talvolta davanti ad un bivio, un momento in cui era necessario prendere una decisione: “Gesù ha attraversato uno di questi momenti di verità e si è sicuramente chiesto che tipo di messianismo fosse il suo. Non sorprende perciò di trovare Gesù immerso tra la folla al fiume Giordano, al pari di quanti volevano ricominciare a vivere. Anche per Gesù c’è stato un battesimo che non è stato tanto quello nell’acqua, non essendo un peccatore. Ma il suo battesimo è stata quella voce del Padre e il dono dello Spirito. Chi sono io? Forse si chiedeva scendendo nelle acque e una voce lo chiama ad interiorizzare il suo essere Figlio di Dio. Anche per noi al battesimo avviene questa identificazione. I cristiani copti addirittura si tatuano sulla pelle il nome della Trinità per ricordarsi da dove provengono. Ma il dato più importante è proprio sapere di essere figlio cioè frutto di un pensiero d’amore e di un sogno di bellezza. Nel mondo della navigazione che ha sostituito quello della conversazione siamo chiamati non a portare il Vangelo, ma ad irradiarlo. Trovando il nostro posto. L’ora della vita è quando troviamo quel posto. Riuscire nella vita non è farsi una fama, trovare una posizione ma far sì che quel sogno si avveri. Per noi è per gli altri”.