“Ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”. Sembra uno scricciolo mentre, il 14 dicembre scorso, dalla tribuna della Cop24 di Katowice, parla ai grandi della terra. Uno scricciolo dallo sguardo sicuro, incorniciato da due lunghe trecce e abbracciato dalle bandiere delle Nazioni Unite e della Polonia che campeggiano alle sue spalle. “Non mi importa di essere impopolare, mi importa della giustizia climatica e della vita del pianeta”. Greta Thunberg viene dalla Svezia e lo scorso 3 gennaio ha compiuto 16 anni.
Il 20 agosto 2018 Greta, che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, decide di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre. Una decisione presa dopo che i cambiamenti climatici si sono fatti sentire anche in quel “piccolo Paese” del Nord Europa, come lo descrive lei, che le ha dato i natali. Eccezionali ondate di calore e incendi boschivi senza precedenti hanno lasciato una ferita profonda nella natura svedese. E nella mente e nel cuore di Greta. Ridurre le emissioni di carbonio, come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico: questo è quello che chiede al governo. Tutte le mattine, invece di andare a scuola, va davanti al Parlamento svedese. Seduta per terra, in silenzio, come uno scricciolo, lascia che a parlare sia un cartello: “skolstrejk för klimatet” (sciopero dalla scuola per il clima). Determinata e sicura, anche nelle giornate di cattivo tempo, avvolta nella sua giacca a vento gialla. Passate le elezioni, decide di continuare la sua forma di protesta civile. Tutti i venerdì torna a sedersi davanti al Parlamento svedese.
La sua protesta è diventata presto virale non solo su Twitter, dove utilizza gli hashtags #Klimatstrejka, #ClimateStrike e #FridaysforFuture, ma anche per le strade e nelle piazze di tutta Europa. Anche in Italia. Venerdì scorso questa forma di disobbedienza civile ha oltrepassato il valico del Brennero. Oltre duemila ragazzi e studenti di tutto l’Alto Adige hanno attraversato le vie del capoluogo altoatesino e si sono ritrovati davanti al palazzo della Provincia per lo “Schulstreik fürs Klima”. Sempre venerdì, il #ClimateStrike è arrivato anche a Roma.
Sul profilo Instagram di Greta, una serie di stories raccontano come, in poche settimane, i #FridaysforFuture stiano portando in strada decine di migliaia di giovani in ogni parte d’Europa. Un fiume in piena, un pacifico gesto d’amore per il pianeta. “Voi parlate solo di una crescita senza fine in riferimento alla green economy, perché avete paura di diventare impopolari – ha detto Greta ai capi di Stato riuniti a Katowice per la Cop24 -. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo caos. Anche quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d’emergenza. Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti ai loro occhi. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale. Non siamo venuti qui per pregare i leader a occuparsene. Tanto ci avete ignorato in passato e continuerete a ignorarci. Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”.
Irene Argentero per il Sir