Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Unità dei cristiani: «Guardare Dio aiuta a non confondere la giustizia con la legge del più forte»

Si è concluso con la celebrazione ecumenica vissuta nel tempio dei fedeli reatini della Chiesa Avventista il ciclo di incontri per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Per molti reatini è “la chiesa dei protestanti vicino alla Coop”. Inaugurato diversi anni fa, il luogo di culto degli avventisti ubicato dietro il centro commerciale Futura ha già ospitato incontri ecumenici, cominciando da quelli che si svolsero con la parrocchia nel cui territorio si trova (Regina Pacis, il cui parroco di allora, don Fabrizio Borrello, in rappresentanza della locale Chiesa cattolica, aveva partecipato qualche anni prima all’inaugurazione) e da quelli che, negli ultimi anni, l’ufficio diocesano che accanto alla pastorale missionaria cura anche quella ecumenica organizza in occasione della Settimana pro unitate.

E anche quest’anno, il “giro” di ospitalità fra cattolici, ortodossi e protestanti, nell’ambito delle giornate di preghiera per l’unità dei cristiani, fa tappa anche nella comunità reatina della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno. Una confessione particolare nella miriade di denominazioni che, nell’ambito del protestantesimo, sono nate nel solco delle chiese di stampo evangelical sorte negli Usa a metà Ottocento: caratteristica dell’avventismo la sottolineatura, come dice il nome, dell’attesa del ritorno finale di Gesù, di quella parusìa che costituisce un elemento importante del credo cristiano; in questo caso, avventismo “sabatista”, con la peculiarità di festeggiare, al modo ebraico, il settimo e non il primo giorno della settimana, dunque il sabato anziché la domenica. Pur non presenti direttamente nel movimento ecumenico, gli avventisti italiani si mostrano aperti al dialogo con le altre Chiese e se invitati partecipano volentieri a momenti di preghiera comune. Così quelli reatini, più volte intervenuti anche in passato a incontri organizzati dalla Chiesa cattolica.

Così, in questa Settimana per l’unità dei cristiani 2019, il terzo appuntamento di comunione fra credenti in Cristo si svolge nell’accogliente aula di preghiera del complesso di piazzale Angelucci, dove giungono anche il pope della comunità ortodossa romena, padre Constantin Holban, e il vescovo monsignor Domenico Pompili, accompagnato dal direttore dell’ufficio missionario don Marco Tarquini, insieme ad altri fedeli cattolici (tra cui il diacono di Regina Pacis e alcuni francescani – un frate e i giovani postulanti dei Minori di Lazio e Abruzzo – dal convento di Fonte Colombo). Ad accoglierli, il pastore Daniele Benini insieme a diversi componenti la comunità avventista reatina.

È quest’ultimo a guidare l’incontro, che si articola tra preghiere, canti e riflessione sulla Sacra Scrittura: quella Scrittura che il mondo protestante ha sempre messo al centro – anche nell’aula liturgica della chiesa avventista a risaltare è un ambone, mentre non c’è l’altare, dato che il corrispondente protestante dell’eucaristia (il culto della Santa Cena) viene celebrato saltuariamente, non più di una volta al mese, mentre l’ascolto e meditazione della Parola di Dio è centrale nella preghiera comunitaria – così da spingere la Chiesa cattolica, col Concilio, a riscoprirla dopo averla messa un po’ in secondo piano, ha riconosciuto il vescovo Pompili nel suo intervento, ringraziando per l’accoglienza e la possibilità offerta ai partecipanti di condividere la riflessione attorno a brani della Bibbia. L’incontro comunitario, infatti, dopo alcune letture e preghiere in comune, vede i presenti dividersi in quattro gruppi di dialogo su testo biblico, dell’Antico e Nuovo Testamento. Cattolici, avventisti e ortodossi così si lasciano “provocare” dalla Parola confrontandosi sui temi proposti, per poi, riunitisi di nuovo tutti in assemblea, condividere brevemente le riflessioni emerse.

Un’occasione di confronto e di conoscenza reciproca di cui don Domenico ringrazia sentitamente, per poi ricordare l’importanza della centralità della Scrittura per cogliere la volontà di Dio nella vita concreta, ricordando anche il tema della Settimana pro unitate di quest’anno “Cercate di essere veramente giusti”: «quel “veramente” ci ricorda che la vera giustizia è solo di Dio, mentre gli uomini rischiano di confonderla con altro, magari con la legge del più forte; e allora se torniamo a Dio e alla sua volontà, confrontandoci tutti insieme fra credenti, potremo imparare a cercare davvero la giustizia che il Signore vuole per i suoi figli». Anche padre Constantin, rivolgendo il saluto a nome della Chiesa Ortodossa Romena, ha sottolineato l’importanza del tornare a Dio e immergersi nel suo amore (come la spiritualità orientale, in particolare dei monaci, insegna con insistenza) per poter vivere la fedeltà a lui.

Prima della conclusione, pensando a quanto difficile sia il cammino per la giustizia nell’umanità (un pensiero particolare il pastore Daniele invita a rivolgerlo alla difficile situazione in Venezuela), fra Francesco legge una preghiera per le nazioni e i loro governi, per poi unirsi nell’ultimo canto (son quasi tutti di “matrice” cattolica, i canti usati dai protestanti italiani, e non manca un francescano Dolce sentire in omaggio all’impronta spirituale della terra reatina). La chiusura è nel segno della fraternità: tutti in cerchio, tenendosi per mano, elevando qualche preghiera spontanea prima del Padre nostro recitato insieme, per concludere con le parole della benedizione di Aronne – anch’essa cara a san Francesco –del libro dei Numeri.