Unione Europea: oltre la retorica

Unione Europea e cittadini: innumerevoli eventi nel 2013 per evidenziare “una realtà pratica”.

“La cittadinanza dell’Unione Europea è più di un concetto teorico: è una realtà pratica che porta benefici tangibili ai cittadini”: Viviane Reding, vice presidente della Commissione con delega alla giustizia, ha riassunto con queste parole il compito e il ruolo che le istituzioni europee hanno assegnato al 2013, proclamato Anno europeo dei cittadini. Una proposta significativa se si considera che nel 2013 ricorre il ventesimo anniversario della cittadinanza dell’Unione, introdotta dal Trattato di Maastricht nel 1993, mentre manca un solo anno alle elezioni del Parlamento europeo, le quali coinvolgeranno con un ruolo politico attivo i 500 milioni di europei degli attuali 27 Stati membri, oltre a quelli della Croazia, che farà ingresso nella “casa comune” fra sei mesi.

“Per costruire un’Europa più forte e a maggiore valenza politica è necessario coinvolgere direttamente i cittadini – ha affermato ancora la rappresentante lussemburghese -. Per questo il 2013 è un anno dedicato a tutti i cittadini europei e ai loro diritti”.

A partire dal 10 gennaio – quando si terrà a Dublino l’inaugurazione ufficiale dell’Anno – si svolgeranno innumerevoli eventi in tutta l’Unione Europea (il programma è disponibile sul sito http://europa.eu/citizens-2013): non mancheranno dunque convegni, seminari, concorsi, iniziative per le scuole e quelle rivolte agli internauti… In tal senso i prossimi dodici mesi potrebbero ricalcare quella certa vivacità riscontrata negli anni precedenti, quando, ad esempio, si è voluto sottolineare il tema dell’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni (2012), oppure il valore del volontariato (2011), la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (2010), la creatività e la capacità di innovazione (2009), il dialogo interculturale e interreligioso (2008). Ma, facendo tesoro delle esperienze degli anni scorsi, si potrebbero anche evitare alcune manchevolezze o tratti di superficialità che sono sempre dietro l’angolo per iniziative “celebrative” di questo genere.

Anzitutto, occorrerà arrivare in ogni angolo d’Europa con le manifestazioni legate all’Anno dei cittadini: nelle “capitali” Ue (Bruxelles e Strasburgo) e in quelle nazionali, da Stoccolma a La Valletta, da Londra a Sofia, passando per Madrid, Roma, Varsavia; senza escludere cittadine di medie e piccole dimensioni, e neppure i comuni o le regioni “periferiche”, con la volontà di portare ovunque il messaggio dell’Anno. Allo stesso modo sarà opportuno coinvolgere, almeno potenzialmente, tutti i cittadini dell’Unione: i ragazzi e i giovani, i lavoratori, gli imprenditori, gli anziani, le mamme e i volontari, gli sportivi e le persone disabili, le scolaresche e le realtà dell’associazionismo… L’idea di fondo dell’Anno, infatti, è che ogni cittadino Ue è titolare di diritti e doveri precisi, definiti dai trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali; ogni persona, dunque, ha il compito di contribuire alla edificazione di una Europa democratica, “unita nella diversità”, solidale, sviluppata, aperta al mondo.

Coinvolgendo i cittadini e i “mondi vitali” (a partire dalle famiglie) dell’Europa intera, si eviteranno – secondo impegno di rilievo – i verticismi e gli elitarismi che in una certa misura si sono evidenziati negli scorsi anni, quando le proposte degli Anni speciali sono giunte a toccare numerose persone, ma trascurandone molte di più. Sarà poi importante evitare la retorica che più volte si è creata attorno a eventi similari: quest’anno in particolare potrà aiutare a far crescere la sensibilità degli europei attorno ai propri diritti e doveri che derivano dalla cittadinanza europea, ma certo da solo non sarà sufficiente ad affermare una “piena cittadinanza”, concetto avvertito da una parte minoritaria della popolazione Ue.

Ecco dunque un ulteriore impegno: per far crescere tale cittadinanza, sarà opportuno ribadire, nelle varie occasioni offerte nel corso del 2013, i capisaldi del processo storico di integrazione (a partire dalla costruzione di un’Europa di pace) e l’ampio ventaglio dei diritti affermati dai trattati comunitari: espressioni, queste, di una comunanza di principi che dovrebbero fare dell’Ue più di una semplice organizzazione politica ma, come spesso si afferma, una “comunità di valori”.

Sarà poi essenziale lasciar trasparire la “concretezza” dell’azione Ue per la vita dei cittadini, mostrando che la politica europea, in un equilibrato rapporto con quelle nazionali definito dal principio di sussidiarietà, porta vantaggi reali e positivi per la vita delle persone; e ulteriori risultati potrebbe creare se il percorso comunitario fosse coerente, coraggioso, lungimirante e all’altezza delle sfide imposte in questa nostra epoca.

Infine, al debutto dell’Anno dei cittadini, si deve assumere l’impegno, una volta che saranno trascorsi questi dodici mesi, a tracciare un bilancio di quanto realizzato, verificandone esiti o eventuali carenze, per poi procedere con maggior convinzione sulla via della cittadinanza europea.