Una legge della Regione Puglia che riconosce e valorizza gli oratori

È il punto d’approdo di un lungo percorso cominciato dieci anni fa con la L.R. 19/06, che all’articolo 21 riconosceva per la prima volta il ruolo sociale di oratori e parrocchie. Oggi il provvedimento implementa quel riconoscimento e, come recita l’articolo 1, “riconosce la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dagli Enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, dall’Ente Parrocchia, dagli istituti religiosi e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di oratorio”. Parla monsignor Franco Lanzolla, segretario della Commissione pastorale per la Famiglia e la Vita della Conferenza episcopale pugliese

Con un solo voto contrario e quarantaquattro a favore anche la Regione Puglia si dota di una legge che “riconosce, valorizza e sostiene la funzione socio-educativa delle attività di oratorio”. È il punto d’approdo di un lungo percorso cominciato dieci anni fa con la L.R. 19/06, che all’articolo 21 riconosceva per la prima volta il ruolo sociale di oratori e parrocchie. Oggi il provvedimento implementa quel riconoscimento e, come recita l’articolo 1, “riconosce la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dagli Enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, dall’Ente Parrocchia, dagli istituti religiosi e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di oratorio”. Un’espressione dal grande significato e che apre a nuovi sostegni per questi unici e fondamentali luoghi di educazione e aggregazione. “Con questa nuova impronta che la Regione dà agli oratori si ridona innanzitutto il significato sociale dell’educare legato alla fede ma anche e soprattutto alla socialità – dice monsignor Franco Lanzolla, segretario della Commissione pastorale per la Famiglia e la Vita della Conferenza episcopale pugliese -. Si ridà importanza ad un luogo di educazione della persona, alla coscienza civile e ai valori del civismo”.

Non più soli. La grande novità sta nel fatto che con questo nuovo provvedimento parrocchie e istituti religiosi potranno ufficialmente e autonomamente presentare progetti “per la promozione della famiglia, per l’accompagnamento e il supporto della crescita armonica dei minori e dei giovani e per sostenere le responsabilità genitoriali”. Così dopo anni di lotte e rimostranze riemerge il ruolo da protagonista degli oratori. “Recuperare questi luoghi che hanno una valenza etica e sociale porta ad un passo avanti nella costruzione della civiltà – afferma mons. Lanzolla -.

La storia ci ha insegnato che nei decenni sono venuti meno gli oratori, per mancanza di forza economica e di supporto delle istituzioni, non certo per volontà loro. Nel frattempo si sono sviluppati i luoghi della devianza come le sale da gioco”.

Con un apposito protocollo che sarà firmato con la Regione ecclesiastica Puglia, però, le parrocchie avranno più respiro e potranno così più facilmente accedere all’affidamento, in comodato d’uso gratuito, di “beni mobili e immobili di proprietà o confiscati per la rifunzionalizzazione e la finalizzazione per attività sociali e socioeducative”. E da quanto dichiarato nel Disegno di Legge il sostegno potrebbe essere esteso al riconoscimento economico per chi negli oratori ci lavora o si avvia a nuovi percorsi professionali. “Perché il problema non è costruire la struttura, l’edificio – continua Lanzolla -. Non abbiamo bisogno di oratori, abbiamo bisogno di formazione. Non c’è bisogno solo di fondi per comprare le attrezzature, ma anche di aiuti per formare i quadri direttivi ed educativi. Allora l’oratorio non è solo una realtà immobiliare, ma una comunità sociale con una enorme valenza educativa che forma a determinati valori antropologicamente validi correlati alla Costituzione, con educatori che educano al civismo, alla legalità, alla formazione dell’onestà, alla formazione di soggetti attivi e leali nel sistema sociale”.

Luoghi della socialità e del civismo. Spesso unico punto di riferimento per un intero quartiere, gli oratori non sono solo i luoghi della partita a calcetto o del ritrovo di amici. Sono il posto, a volte il principale, dove si diventa adulti, del rifugio dalla strada, quella cattiva. “In una società dove è affermato l’individualismo, il narcisismo, l’oratorio è la sua antitesi, cioè il luogo dove vive e si sviluppa la socialità, lo stare insieme – dice mons. Lanzolla -. Per questo

la nuova legge diventa una proposta umanizzante, antropologicamente fondante di una società migliore.

Voler riconoscere all’oratorio una valenza sociale, culturale ed educativa significa che finalmente si riconosce che l’individuo non è da solo con se stesso ma inserito in un gruppo sociale, affettivo, che insegna a seguire le regole sociali”. Luoghi dalla straordinaria valenza educativa che insegnano ad essere cittadini, persone pensanti, socialmente attive e spiritualmente forti. Come lo stesso mons. Lanzolla afferma l’oratorio non ha una valenza solo religiosa, ma più ampiamente spirituale che è un valore “santamente laico perché l’uomo è una struttura spirituale, psicologica e affettiva. L’oratorio non è un’operazione religiosa, ma un’educazione all’uomo responsabile e libero dai vizi. Qui si educa alla cultura dell’accoglienza e non a quella dello scarto. L’oratorio è una controcultura rispetto a quella dell’individualismo narcisistico”. Gli oratori pugliesi da oggi non sono più soli. Riconosciuti come istituti dall’enorme forza formativa, potranno interfacciarsi ufficialmente con i diversi assessorati e diventare così veri e propri collaboratori delle Istituzioni.