Ufficio Pastorale della Salute, Diocesi di Rieti: «il sistema sanitario non può essere subordinato al risparmio»

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti
(Mt 7, 12)

L’Ufficio della Pastorale della Salute della Diocesi di Rieti, in comunione con tutte le realtà associative e di volontariato che ne fanno parte, prende atto delle difficili condizioni in cui versa la Sanità ospedaliera e territoriale della nostra provincia, e unisce la propria voce a quelle che sempre più si sollevano sia da parte degli ammalati sia da parte del personale sanitario.

Infatti, sia pure immerso in una cupa atmosfera di crisi regionale e nazionale generalizzata, si ha la netta percezione che il nostro territorio, sotto questo aspetto, sia penalizzato in misura maggiore di altri. È sempre più sentita la difficoltà all’accesso alle cure da parte dei nostri malati ed una sempre maggiore coscienza di non riuscire a fare fronte al bisogno di salute, nonostante ogni sforzo quotidianamente compiuto, da parte dei nostri operatori sanitari.

È ogni giorno più evidente l’allungamento dell’attesa per prestazioni diagnostiche è terapeutiche oltre ogni ragionevole possibilità di una loro efficacia, determinato certamente da un lato dalla crescita dei bisogni, ma dall’altro dal progressivo assottigliamento di risorse tecnologiche ed umane disponibili, contro il quale già da più parti si manifesta l’urgenza dello sblocco delle assunzioni di personale ove questo si renda necessario.

Non è possibile permettere oltre che il sistema sanitario, massima espressione della solidarietà e dell’amore per i sofferenti, possa essere subordinato ad interessi politici ed economici, sacrificato a sterili meccanismi di risparmio.

La cura dell’uomo non può essere soggetta a logiche di potere che fanno della salute un affare o merce di scambio: un conto è razionalizzare le risorse, principio sempre da perseguire per una giusta ed appropriata gestione, altro è operare tagli indiscriminati senza tenere conto delle reali necessità corporali, spirituali e psichiche dell’uomo che soffre.

Non è più tollerabile, ad esempio, che le stesse cure che potrebbero essere ragionevolmente ottenute vicino alle proprie case e ai propri affetti, sempre con maggiore frequenza debbano essere ricercate altrove.

A tale proposito, dopo la sorte toccata ai nosocomi di Amatrice e di Magliano, ci opponiamo con forza alle voci di possibile declassamento dell’Ospedale “De’ Lellis” che deve rimanere punto di riferimento, anzi potenziato, per le persone che soffrono nella nostra Diocesi.

Si auspica perciò che Enti ed Istituzioni responsabili, in ambito regionale e locale, si prodighino, abbandonando interessi personali o di gruppo, messe da parte le vane promesse, ed attuando politiche di sostegno, solidarietà e sviluppo, affinché sia rimesso al centro della nostra realtà sanitaria territoriale l’uomo e l’uomo sofferente.

In questo quadro desolante, è opportuno domandarsi se le rappresentanze politiche del territorio reatino in Regione, che in questa consiliatura sono comunque consistenti, pur appartenendo a diversi schieramenti abbiano chiara l’esigenza di svolgere una azione comune nei confronti dell’amministrazione regionale.