Ucraina

Ucraina, i russi bloccano aiuti per Mariupol e gli Usa «avvertono» la Cina

Pechino respinge come «disinformazione» l'indiscrezione Usa su aiuti militari ed economici richiesti da Mosca. I profughi arrivano a 2,8 milioni.Ferito un giornalista britannico

Riprenderanno domani, martedì, i colloqui in videoconferenza avviati stamani tra Russia e Ucraina. “Pausa tecnica dei negoziati fino a domani. Vanno avanti i lavori nei gruppi lavoro. Le trattative continuano” ha twittato il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak.

“I colloqui difficili continuano. Tutti stanno aspettando notizie. Questa sera riferiremo il risultato”, aveva detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio video, poco prima che fosse annunciata la “pausa tecnica”. Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio del presidente, aveva detto che Mosca “invece di darci un ultimatum o linee rosse o chiedere all’Ucraina di arrendersi, ora sembrano avviare negoziati costruttivi“. La prima richiesta di Kiev è il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe.

In questo 18° giorno di guerra, si contano ancora vittime e bombardamenti mentre si è aperto un altro fronte diplomatico con il sospetto, seccamente respinto da Pechino, che la Cina supporti con armi e denaro l’iniziativa bellica di Mosca. Ma la cosa non è passata inosservata: “Se la Cina dovesse scegliere di sostenere materialmente la Russia in questa guerra, probabilmente ci saranno conseguenze per la Cina”. Lo ha affermato un’alta fonte del Pentagono, interpellata dal Financial Times, che non ha però voluto dire se la Cina abbia effettivamente fornito assistenza militare a Mosca. La questione viene seguita al Pentagono “con grande, grande attenzione”, prosegue la fonte del quotidiano americano che poi aggiunge: “Abbiamo visto la Cina dare praticamente la sua tacita approvazione alla Russia rifiutandosi di unirsi alle sanzioni, dando la colpa all’Occidente e agli Stati Uniti per l’assistenza che stiamo dando all’Ucraina e affermando che vogliono una soluzione pacifica, senza però fare praticamente nulla per ottenerla”.

Secondo gli ultimi dati Onu, sono 2,8 milioni i profughi ucraini che hanno già lasciato il Paese. E il numero è destinato ad aumentare.

Il Cremlino: potremmo “prendere il controllo” delle città

Stamani il Cremlino ha annunciato che “l’operazione speciale in Ucraina prosegue secondo i piani” e che “sarà completata”. La Russia, ha detto il portavoce Dmitri Peskov ai giornalisti, non ha chiesto alcuna assistenza militare alla Cina perché “ha il potenziale” di continuare da sola. Peskov ha dichiarato che la Russia non esclude di “prendere il controllo” delle città ucraine, garantendo “la massima sicurezza della popolazione”. Il portavoce, citato dai media russi, ha anche accusato gli Stati Uniti e l’Unione Europea di “provocare” la Russia affinché assalti le città e ha detto che Mosca riuscirà a “minimizzare” l’effetto delle sanzioni. Non ha risposto alla richiesta di indicare una data per la fine dell'”operazione speciale”.

Aperto il corridoio di Mariupol, cominciata l’evacuazione

Il corridoio umanitario di Mariupol è finalmente aperto e i militari russi stanno consentendo ai residenti di uscire dalla città, smettendo dunque di bloccare il “corridoio verde”. Diverse dozzine di auto hanno già lasciato la città. Lo ha annunciato su Facebook il consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko. “A partire dalle 13.00 (ora locale) – ha scritto Andryushchenko – abbiamo di fatto la conferma dell’osservanza del regime di cessate il fuoco in direzione del corridoio umanitario per il trasporto privato lungo la strada da Mariupol in direzione di Zaporozhye. Il passaggio ai checkpoint non sta causando problemi “. “Questo è l’unico corridoio che ha l’approvazione ufficiale e funziona davvero oggi”.

Nella strategica città portuale del sud, assediata da giorni, la popolazione è allo stremo, priva di acqua ed elettricità, a corto di cibo e medicinali. Nel pomeriggio le autorità hanno accusato i russi di bloccare un convoglio umanitario diretti a Mariupol

Ed è morta, insieme al figlio che portava in grembo, la donna incinta fotografata mentre veniva evacuata in barella dall’ospedale di Mariupol bombardato. La foto Ap, in cui la donna si teneva con le mani il ventre insanguinato, fece il giro del mondo. Trasportata in un altro ospedale, nonostante il rapido intervento, è deceduta poco dopo.

Raid su Kiev: colpiti un condominio e una fabbrica di aerei

Stamani un condominio di 9 piani a Kiev, nel distretto di Oblon (zona nord-ovest), è stato colpito dai bombardamenti: nelle operazioni di soccorso è stata trovata una vittima, mentre 3 feriti sono stati portati all’ospedale. Lo riporta il Kyiv Independent citando il Servizio statale di emergenza. Altre 15 persone sono state salvate dall’incendio e 63 sono state evacuate mentre si provvedeva a spegnere le fiamme.

Sempre stamani a Kiev, è stato colpito un centro di produzione di aeromobili Antonov che si trova nei pressi dell’aeroporto Sviatoshyn, a circa 10 chilometri dal centro della capitale ucraina: due morti. Smentita la notizia, diffusa da alcuni media, che fosse stato colpito l’aeroporto Antonov.

Le sirene sono suonate in gran parte dell’Ucraina: in almeno 19 delle 24 province la nottata è stata ancora di paura sotto il fuoco dell’artiglieria russa. Mentre nella zona di Donetsk, nel Donbass, i separatisti filorussi denunciano che almeno 20 persone sono rimaste uccise e 28 ferite in raid aerei ucraini. Secca la smentita di Kiev: “Si tratta senza dubbio di un missile russo o altra munizione, non ha senso nemmeno parlarne”, ha detto il portavoce militare ucraino Leonid Matyukhin.

In uno dei suoi videomessaggi, ieri sera Zelensky ha esortato la popolazione a resistere: “Vinceremo”. E con toni duri ha messo in guardia la Nato: senza una no-fly zone “è solo questione di tempo” prima che un missile russo cada nel territorio dell’Alleanza. A proposito dei negoziati di oggi, ha detto che il “compito chiaro” per la sua delegazione è quello di portare a casa un suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Da tempo Zelensky chiede un faccia a faccia con Putin, ma la sua richiesta finora non è stata accolta dal Cremlino.

Mentre a Odessa ci si prepara per un’invasione russa dal mare, nella città portuale occupata di Berdyansk, nel sud, i russi hanno arrestato e portato via un sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina. Lo fa sapere il giornale ucraino Ukrayinska Pravda.

Ieri, domenica, missili russi hanno distrutto una base militare a Javoriv, a metà strada fra Leopoli e il confine polacco, da cui dista circa 25 chilometri. Sono rimaste uccise 35 persone, fra i feriti risultano degli olandesi affiliati alla legione dei combattenti stranieri. Mosca rivendica di aver ucciso “mercenari stranieri” e distrutto “armi straniere”. A Irpin, nei sobborghi di Kiev, è stato ucciso il reporter americano Brent Renaud, raggiunto da un proiettile al checkpoint dove filmava i profughi in fuga. Un altro giornalista, di nazionalità britannica, è grave in ospedale, dopo aver riportato fratture da schegge ad entrambe le gambe. Si tratta di Benjamin Hall, 39enne, a Kiev per Fox News.

«La Russia ha arruolato 40mila in Siria». Localizzato Kadyrov

Sono più di 40mila i miliziani siriani arruolati finora dalla Russia in Siria, secondo quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani (espressione degli antigovernativi, con sede a Londra) che si avvale da anni sul terreno di una fitta rete di fonti locali. L’Osservatorio precisa che finora però nessun combattente siriano è stato trasferito al fronte ucraino dai rappresentanti militari russi. In realtà fonti ucraine segnalano che i primi 400 mercenari siriani arruolati dalla Russia sono arrivati appena oltre confine. Centri di alloggio e addestramento sono stati allestiti vicino alla frontiera nelle regioni di Rostov, in Russia, e Gomel, in Bielorussa

“Finora si sono iscritti alle liste di arruolamento più di 40mila combattenti”, ha affermato l’Osservatorio, sostenendo che questi non sono “volontari” bensì si sono iscritti dietro promesse di ricevere “un salario e privilegi”. Venerdì scorso, il presidente russo Vladimir Putin aveva parlato di “16mila volontari dal Medio Oriente” che Mosca avrebbe aiutato a raggiungere l’Ucraina.

Insieme alle truppe russe, stanno combattendo in Ucraina anche soldati ceceni. Secondo quanto riporta l’agenzia Unian, il ministro degli Interni ucraino Anton Gerashckenko, avrebbe riferito che il leader ceceno Ramzan Kadyrov, fedelissimo di Putin, si trova a Ivankov, nel distretto di Kiev, nascosto in un seminterrato.

Israele non bypasserà le sanzioni. L’India “tratta” sul petrolio russo

“Israele non sarà una strada per bypassare le sanzioni imposte alla Russia e dagli Usa e da altre potenze occidentali”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Yair Lapid in Slovacchia. “Il ministero degli Esteri – ha aggiunto – sta coordinando il dossier insieme ai partner, inclusi la Banca di Israele, il ministero delle finanze, quello dell’Economia, l’Autorità aeroportuale, il ministero dell’Energia e altri”

L’India invece sta valutando la possibilità di accettare un’offerta russa per acquistare il suo greggio e altre materie prime a prezzi scontati, secondo quanto scritto dalla Bbc che riprende due fonti indiane citate dall’agenzia Reuters. L’India, che importa l’80% del suo petrolio, di solito acquista dal 2% al 3% circa delle sue forniture dalla Russia, ma con i prezzi del petrolio in aumento, il governo starebbe cercando di ridurre i suoi costi energetici rivolgendosi al mercato russo. Inoltre, sarebbero in corso fra i due Paesi i lavori per istituire un meccanismo di scambio fra rupie e rubli.

A Roma vertice Usa-Cina. Biden: con gli alleati assistiamo Kiev

La diplomazia lavora a tutto campo. Oltre ai videocolloqui fra Ucraina e Russia, dalle 9.30 di stamani ora italiana, è iniziato a Roma il vertice Usa-Cina fra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Un incontro che arriva mentre il Financial Times pubblica indiscrezioni sulla richiesta della Russia alla Cina di assistenza militare, inclusi droni, ed economica. Il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijan, ha bollato tali ricostruzioni come “disinformazione” diffusa dagli Usa. Per Sullivan e Jiechi è il primo incontro dallo scorso ottobre. Pechino non ha mai condannato l’attacco di Mosca ma si è astenuta, anziché votare “no”, sulla risoluzione dell’Onu che condanna l’invasione russa. Solo alcuni giorni fa il presidente cinese Xi Jinping ha usato per la prima volta il termine “guerra”, bandita da Mosca che parla di “operazione militare speciale”.

Al termine dell’incontro, Sullivan e Yang Jiechi “hanno sottolineato l’importanza di mantenere aperti canali di comunicazione tra gli Stati Uniti e la Cina”. Sullivan, spiega la Casa Bianca, “ha sollevato una serie di questioni relative alle relazioni Usa-Cina, con una importante discussione sulla guerra della Russia contro l’Ucraina”.

In vista dell’incontro romano, il presidente americano Joe Biden ha sentito il presidente francese Emmanuel Macron. I due leader, riferisce l’Eliseo, si sono accordati per rafforzare le sanzioni contro la Russia. A chiedere a Biden di fare di più per l’Ucraina è anche il Congresso americano. La richiesta è quella di fornire più armi e jet da combattimento a Kiev in modo che – sostengono parlamentari e senatori Usa – possa difendersi meglio.

“Stiamo continuando la stretta collaborazione con alleati e partner per assicurarci che il popolo ucraino possa difendere la propria nazione” ha twittato Biden sottolineando che “gli Stati Uniti hanno stanziato nell’ultimo anno oltre 1,2 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza all’Ucraina”.

da avvenire.it