Chiesa di Rieti

Tre passi per immaginare il dopo pandemia

Nella sua consueta riflessione dopo il rosario, il vescovo Domenico ha ripreso il discorso aperto da papa Francesco nell’immaginare come riprendere dopo la pausa forzata dalla pandemia. Lo spunto per entrambi è nell’invito di Gesù risorto: «Rallegratevi»

«Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: Rallegratevi». È partito dalle parole di Gesù Risorto, papa Francesco per immaginare il dopo pandemia. Ma come si fa ad invitare alla gioia? In realtà, l’audacia è quella di provare a interpretare la disgrazia come un’occasione di grazia, cioè come un’opportunità. Attenzione: il papa non dice semplicemente «Andrà tutto bene», ma spiega in tre passaggi che cosa accadrà.

Il primo passo è il clima di dolore e d’incertezza, come le donne che vanno al sepolcro e si domandano angosciate: «Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?». Che tradotto per noi suona così: come faremo a superare questa situazione che ci ha sopraffatti? Come rimarginare le ferite di quanti si son visti strappare delle persone care ? E come affrontare la prevedibile crisi economica che già comincia a serpeggiare per tanti che non troveranno più il lavoro?

Il secondo passo però è sempre come le donne «mettersi in movimento e non lasciarsi paralizzare da quello che sta(va) succedendo». A differenza degli Apostoli che fuggirono per paura ed insicurezza, le donne «seppero semplicemente esserci e accompagnare». E aggiunge il papa «riempirono la loro borsa di olii aromatici e si misero in cammino per andare a ungere il Maestro sepolto)!». Anche a noi capita di vedere gente senza timore che è stata generosa: medici, infermieri, magazzinieri, addetti alla pulizia, badanti, forze di sicurezza, impiegati anche di banca, volontari, sacerdoti, religiose, nonni ed educatori.

Il terzo passo è rendersi conto che l’accompagnamento che è ci è richiesto non è di breve durata, ma dovrà estendersi nel tempo perché questa pandemia ha sconvolto gli assetti precedenti e ci restituisce alla normalità con diseguaglianze che potranno solo accrescersi. Per questo bisogna far tesoro di quello che abbiamo scoperto nei momenti più drammatici e cioè che qui «non si salva nessuno da solo». Questo è un invito a non pensare di ripartire mettendo tra parentesi queste settimane di passione. Conclude papa Francesco: «Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci».