Tre domande a Dacia Maraini / L’incontro alla Paroniana

Lunedì 14 marzo presso la Biblioteca Paroniana la scrittrice Dacia Maraini ha presentato, davanti a una numerosa platea, il suo ultimo romanzo “La bambina e il sognatore” (Rizzoli). Alla presentazione hanno partecipato anche Eugenio Murrali (giornalista), Virginia Tomaselli (Libreria Rieti) e l’Assessore alla Cultura Annamaria Massimi.

Questo libro tratta di un maestro Sapienza che a quarant’anni resta solo dopo aver perso la figlia di soli 8 anni e essersi separato dalla moglie. Una notte fa un sogno particolare che darà un nuovo senso alla sua vita.

Proprio dal sogno è partito il racconto della scrittrice attraverso i temi del romanzo. “Il sogno è come un segnale, una febbre”. Il protagonista fa un viaggio come l’Orfeo della mitologia mediante i suoi ripetuti e intensi sogni. Altro tema fondamentale è quello dell’amore paterno. L’esempio più forte di questo sentimento, che oggi è come censurato, è Geppetto.

Rileggendo la favola di Pinocchio dal suo punto di vista si scopre quanto amore, quanta dedizione c’è in quest’uomo verso il proprio bambino. Ma il personaggio non si costruisce a tavolino: «viene a bussare alla mia porta» sottolinea la Maraini.

A ispirare la romanziera sono stati alcuni straordinari maestri incontrati nelle sue numerose visite alle scuole. E il maestro Sapienza descritto in questo libro è davvero eccezionale. Affascina i ragazzini con narrazioni coinvolgenti tanto da staccarli dagli smartphone.

«Propongo l’insegnamento come narrazione» dichiara esplicitamente la scrittrice, affermando che la letteratura è nata quando un bambino ha chiesto alla mamma di raccontargli una storia. E al centro delle storie ci sono i personaggi: «i personaggi ne sanno sempre più degli autori». Aggiungendo: «lo scrittore fa parlare il personaggio, ne tira fuori la verità».

Molte le domande suscitate nel pubblico dalla prestigiosa ospite, tra cui una riguardante il Premio Strega che secondo l’autrice dipenderebbe troppo dalla televisione. Inoltre «ci sono troppi giurati e non tutti leggono i libri in gara. È un premio per gli editori».

Al termine della presentazione la scrittrice ci ha rilasciato una piccola intervista:

È Il primo romanzo in cui interpreta una voce maschile. È stato più difficile o più divertente?

All’inizio è stato difficile poi però mi sono abituata all’idea è ho capito che gli esseri umani si assomigliano, non c’è una razza maschile e una razza femminile.

Il protagonista fa un sogno particolare che gli cambia la vita. È successo anche a lei?

Non è successo a me però è vero che sogno molto e do importanza ai sogni.

Per finire, lo scrittore deve essere un sognatore?

Non è che deve essere un sognatore però spesso gli scrittori sognano, penso che escono dalla realtà a volte piccola e stretta e cercano di uscire per dare più spazio all’immaginazione. Il sogno è anche immaginazione, è un lavoro dell’immaginazione.