Tommasi (PCL Rieti): “I sindacati stiano a fianco dei lavoratori”

“Le minacce della Schneider ai lavoratori che stanno occupando lo stabilimento di Rieti, significano che la lotta dei lavoratori è diventata incisiva. Se i vari governi, che si stanno succedendo, affrontassero seriamente il problema della “delocalizzazione”, non si sarebbe arrivati a questo punto”. Così Mario Tommasi del PCL di Rieti che aggiunge “se la CGIL e la FIOM avessero reagito nel modo adeguato all’attacco bestiale dei padroni, non si sarebbe arrivati a questo punto. I lavoratori stanno reagendo alla Schneider come alla Electolux. Se la CGIL non seguirà il lavoratori, come non ha fatto alla FIAT di Termini Imerese e alla IRISBUS, l’attacco dei padroni sarà ancora più massivo e generalizzato. La lettera di Cesere Beccarini a proposito della Schneider, illustra, meglio di quanto abbia fatto fino ad ora qualsiasi giornalista, la situazione; è chiaro che non si tratta di una semplice delocalizzazione; si tratta di un attacco politico a tutto il sistema di stabilimenti Schneider in Italia”.

Secondo Tommasi “se Termini Imerese fosse stato occupato, come chiedevano i lavoratori FIOM, più di due anni fa, con molta probabilità oggi Marchionne non potrebbe dichiarare la definitiva fuoriuscita della FIAT dall’Italia, con conseguenze ancora imprevedibili. Se la CGIL avesse unificato tutte le vertenze e istituito una “cassa di resistenza dei lavoratori”, avremmo avuto maggior forza per rispondere agli attacchi padronali. I vari governi non sono degni di questo nome, è vergognoso che uno dei paesi più ricchi del mondo, permetta simili ricatti da parte del padronato. In Italia ci sono poveri sempre più poveri e ricchi sempre più poveri. I nuovi poveri sono destinati ad aumentare. La misura è colma”.