Terremoto, il vescovo alla messa in Cattedrale: «Il loro dramma è il nostro»

Grande partecipazione alla preghiera in cattedrale per le vittime del sisma che ha colpito Accumoli e Amatrice. Il vescovo: «la vita è sempre più forte della morte»

«Qui non ci sono da un lato i malcapitati che vanno soccorsi e dall’altra i soccorritori che si mettono con generosità a cercare di tirarli fuori».

È stato un invito ad immedesimarsi, a fare propria la tragedia, quello rivolto dal vescovo Domenico durante la messa celebrata nella serata di Domenica. In una Cattedrale ai limiti della capienza mons. Pompili ha indicato la necessità di guardarsi negli occhi, di operare una identificazione: «solo così non creiamo l’alibi di sottrarci e la nostra non sarà soltanto una emozione temporanea». Perché nella realtà terribile del terremoto c’è da riscoprire «quella che è la nostra condizione di uomini e di donne, segnati dalla fragilità e dall’imprevisto da quello che non avresti mai immaginato».

Il loro dramma è il nostro. Il loro vuoto è il nostro. Il loro buio è esattamente il nostro.

«Di qui la necessità di fare le cose con ordine, con semplicità, con costanza» ha aggiunto il vescovo, avvertendo che «tra qualche settimana potremmo correre il rischio tutti di credere che si sia tornati alla normalità. E il rischio sarà quello di voltarsi dall’altra parte».

Non è possibile: il dramma resta, occorre portare insieme il peso: «non solo ora, ma nel medio e lungo periodo, per tutto il tempo necessario». Un’azione da condurre con un «atteggiamento concreto e discreto», cioè nel modo «più vero e meno patetico» possibile.

È la logica di Dio: «assecondare l’istinto del cuore, l’impulso di ciò che è più dentro di noi, senza dover misurare il ritorno». Un qualcosa di lontano dalla nostra mentalità «asfittica e senza prospettive», dal «circolo vizioso» delle nostre aspettative di ritorno. Ma «la ricompensa a cui tutti aneliamo può venire solo da Dio». Lo ricordava il salmo cantato poco prima: «è solo Dio che ci offre la casa, che offre la casa per il povero. Solo Dio è in grado di compensare lo scarto, il fallimento, la distruzione. Ci aiuti e ci accompagni in questa strada».

«È tutta salita – ha riconosciuto don Domenico – ma Gesù ci ha indicato che la strada della vita è sempre più forte della morte, se permettiamo a Dio di entrare».