Nell’incertezza per il futuro, soprattutto per gli sfollati, grande è il ruolo che gioca la Chiesa: “Ha il compito di creare rete, occasioni per incontrarsi, stare insieme, anche il poter celebrare l’Eucarestia in quelle zone significa davvero tanto perché aiuta la gente a percepirsi amata dal Signore come popolo, come comunità”, spiega il vescovo. Intanto, il Centro Papa Francesco è il motore della macchina della solidarietà, messa in campo.
Un mese dal terremoto che ha colpito Ischia, in modo particolare Casamicciola Terme e Lacco Ameno, portando morte e distruzione. A mons. Pietro Lagnese, vescovo di Ischia, chiediamo di tracciarci una fotografia dell’Isola Verde oggi, tra disagi e speranze.
Eccellenza, quali le iniziative della Chiesa di Ischia per il primo mese dal sisma?
Il 21 settembre inizieremo il nuovo anno pastorale con una celebrazione eucaristica diocesana in cattedrale che segna anche l’inizio della mia visita pastorale alla Chiesa diocesana.
In quell’occasione, come intera diocesi, faremo memoria del sisma che ha coinvolto la nostra Isola e in modo particolare pregheremo per le due vittime Marilena Romanini e Lina Balestrieri, per le loro famiglie e per i tanti sfollati.
Sarà quella l’occasione per ringraziare il Signore per averci fatto toccare con mano la Sua presenza attraverso la fattiva collaborazione di tanti.
Lei sta molto accanto alla gente. Quali sentimenti sono ora nel popolo di Ischia?
Mi sembra di cogliere un grande desiderio di ritrovare sicurezze, le persone non sanno ancora bene cosa sarà del loro futuro, molti si domandano quando avranno una casa e soprattutto dove. Tanti non hanno perso solo la loro casa ma anche la rete sociale legata al proprio territorio.
Nelle diverse visite che faccio tra gli sfollati, spesso colgo la preoccupazione di essere dispersi, di non stare più insieme e di non riconoscersi più nella loro comunità di appartenenza. Qui cogliamo anche che il compito della Chiesa è di
creare rete,
occasioni per incontrarsi, stare insieme, anche il poter celebrare l’Eucarestia in quelle zone significa davvero tanto perché aiuta la gente a percepirsi amata dal Signore non solo come singoli, ma come popolo, come comunità.
Ha dati aggiornati su quante chiese sono state danneggiate dal sisma? Tra gli edifici inagibili ci sono anche le scuole…
Purtroppo abbiamo dovuto contare ben 12 chiese fortemente lesionate da non poter permettere più il loro utilizzo.
Tra queste tutte le chiese della comunità parrocchiale di S. Maria Maddalena a Casamicciola, così anche le scuole. Noi stiamo dando tutta la disponibilità che ci è possibile per poter fare in modo che i nostri studenti, dopo l’avvio, possano proseguire l’anno scolastico insieme ai loro coetanei di tutt’Italia. Sicuramente si sarà costretti a doppi turni, molti, tra questi anche i bambini delle primarie, dovranno portarsi in altri Comuni per poter seguire le lezioni.
Il 10 settembre le diocesi di Napoli e di Ischia hanno promosso la raccolta di solidarietà per i terremotati: com’è andata?
C’è stato un forte coinvolgimento, d’altronde la visita del 6 settembre dell’arcivescovo di Napoli, il card. Crescenzio Sepe, presidente della Conferenza episcopale campana, alla vigilia della colletta di solidarietà, ha rappresentato un forte invito per tanti a dare il loro contributo ai fratelli terremotati.
Cosa ha fatto la Chiesa di Ischia nel post-terremoto?
Anzitutto tanto ascolto per aiutare a non perdere la speranza, a non cedere allo scoraggiamento, e poi tanta prossimità sia attraverso la presenza tra la gente sia attraverso l’aiuto concreto e l’offerta di generi di prima necessità. Si è sviluppata una grande rete di solidarietà che ha visto il coinvolgimento soprattutto di tanti giovani.
Il Centro Papa Francesco, struttura della diocesi nata lo scorso anno per offrire uno spazio di incontro e di formazione ai giovani ischitani, si è trasformato in queste settimane in un vero campo di lavoro, diventando luogo di incontro per quanti chiedevano aiuto e i tanti che desideravano offrirlo. Lì attualmente continua lo smistamento della tanta provvidenza che ancora si fa presente attraverso la solidarietà di tanti.
La Caritas diocesana di Napoli, in una cucina di una struttura parrocchiale della nostra diocesi, ha allestito un servizio mensa arrivando a preparare, fino a pochi giorni fa, il pranzo completo per oltre 1.200 persone. L’impegno della nostra Chiesa in questo mese si è caratterizzato nel venire incontro a diverse famiglie sfollate che si trovavano in situazione di particolare disagio.
Quali sono le maggiori esigenze in questo momento?
In questa fase la diocesi sta dialogando con la Protezione civile e le amministrazioni comunali per allestire, con la collaborazione della Caritas Italiana, moduli per comunità al fine di offrire alla gente la possibilità di non disperdersi e di alimentare lo spirito di comunione. In essi sarà possibile ritrovarsi per la celebrazione eucaristica e per momenti di fraternità.
Il 7 settembre ho rivolto un appello a tutti coloro che, ischitani e non, sono proprietari sull’Isola di Ischia di una seconda casa affinché la mettano a disposizione senza speculare sul canone di locazione. Il 21 settembre, nel dare inizio al nuovo anno pastorale, rinnoverò alle comunità parrocchiali l’invito a
continuare nell’opera di vicinanza e di sostegno nei confronti delle famiglie terremotate,
affinché la Chiesa di Ischia possa mostrare il suo vero volto di madre premurosa e accogliente che rende presente, nei suoi gesti e nelle sue parole, il Signore Risorto che, come ad Emmaus, sempre cammina con noi facendosi solidale con le nostre sofferenze.
In un appello alle Istituzioni cosa chiederebbe?
Chiediamo innanzitutto di dire parole chiare e precise al fine di non alimentare confusione e scetticismo; d’altra parte, desideriamo che si ricostruisca bene e in tempi brevi, che si provveda nel sostenere quanti hanno perso insieme alla casa anche il lavoro.
La ricostruzione avvenga favorendo la ricostituzione del tessuto sociale nel rispetto dell’identità del territorio.
Verrà il card. Gualterio Bassetti a Ischia e quando?
Il presidente della Conferenza episcopale italiana raggiungendomi telefonicamente all’indomani del terremoto mi ha espresso la sua volontà di farsi presente tra la gente colpita dal sisma e
proprio in queste ore mi ha assicurato di voler venire in visita ad Ischia all’inizio del mese di ottobre.