Telemedicina

Una azienda statunitense, specializzata nello sviluppo di dispositivi elettronici per il mondo medicale, ha ottenuto interessanti dati dalla sperimentazione per la somministrazione di farmaci utilizzando dispositivi wireless.

I risultati del trial sono stati pubblicati su Science Transational Medicine e rappresentano il primo passo verso una nuova era medica.

La telemedicina, infatti, è l’insieme di tecniche mediche ed informatiche che permettono la cura di un paziente a distanza o, più in generale, di fornire servizi sanitari a distanza.

Già nel corso del 1999 erano state pubblicate, su «Nature», le prime scoperte in questo ambito che hanno portato al perfezionamento del sistema di sigillatura ermetica e ad un sistema di rilascio in grado di operare in modo affidabile all’interno di un tessuto vivente. Il trial su pazienti ha preso il via in Danimarca a gennaio 2011: i chip sono stati impiantati con una procedura ambulatoriale, previa anestesia locale, della durata di trenta minuti e sono rimasti all’interno dei pazienti per una durata di quattro mesi. Gli impianti sono stati utilizzati per somministrare un farmaco contro l’osteoporosi a sette donne di età compresa tra i 65 e i 70 anni. I chip utilizzati nello studio hanno stoccato venti dosi del farmaco, sigillate singolarmente in piccole riserve delle dimensioni della punta di uno spillo. I piccoli serbatoi sono ricoperti da un sottile strato di platino e titanio, che si fonde quando viene applicata una corrente elettrica, causando così il rilascio del farmaco. Inoltre, si possono somministrare farmaci multipli, fatto questo molto importante nelle moderne terapie farmacologiche, sempre più improntate su “cocktail” di differenti medicinali.

I risultati del trial hanno mostrato che il dispositivo ha potuto somministrare dosaggi comparabili a quelli delle iniezioni, senza che vi fossero danni collaterali e che gli effetti sui pazienti sono stati molto simili a quelli dei farmaci somministrati con metodi tradizionali. Dal momento che i chip sono programmabili, è possibile pianficare in anticipo la somministrazione dei farmaci, oltre che la gestione da remoto tramite una comunicazione radio che si appoggia su una speciale frequenza. Attualmente, il dispositivo opera ad una distanza di pochi centimetri ed i ricercatori stanno lavorando ad un nuovo modello in grado di operare ad una maggiore portata, oltre che ad un impianto capace di accogliere un maggior numero di dosi. L’azienda ha inoltre sviluppato un sensore in grado di monitorare i livelli di glucosio, che potrebbe essere combinato con il sistema di rilascio per realizzare un impianto in grado di adattare i trattamenti a seconda delle condizioni del paziente.

Nel mese di febbraio invece, un gruppo di ricercatori della Standfor University ha messo a punto un piccolo dispositivo wireless in grado di muoversi all’interno del flusso sanguigno, con applicazioni che vanno dalla diagnostica a veri e propri interventi chirurgici assolutamente non invasivi.