Studenti ciceroni: alla scoperta del museo diocesano con il Fai

Gli studenti del liceo artistico di Rieti hanno vissuto un intenso fine settimana negli ambienti del salone papale in qualità di “apprendisti ciceroni” a servizio delle tradizionali Giornate Fai di Primavera. Un’occasione per andare alla riscoperta di ambienti centrali, ma poco noti

È stata una due giorni impegnativa e intensa, ma anche piena di soddisfazioni, quella vissuta dagli studenti del Liceo Artistico “A. Calcagnadoro” di Rieti il 25 e il 26 marzo. Con l’aiuto della loro docente di storia dell’arte, Letizia Rosati, hanno infatti svolto la funzione di “ciceroni” delle Giornate Fai di Primavera.

La Delegazione del Fai di Rieti, rappresentata dall’architetto Piero D’Orazi, per l’edizione di quest’anno ha pensato di puntare sulla scoperta di un luogo relativamente nascosto, nonostante si trovi nel pieno centro della città di Rieti. Si tratta del Museo Diocesano, allestito negli ambienti del palazzo papale.

Dal punto di vista degli studenti, l’iniziativa è stata una sorta di corollario della serie di eventi culturali, aperti alla città, promossi dalla scuola sin dal mese di novembre. Una complesso di attività calate in un progetto di alternanza scuola-lavoro che guarda alla creazione e gestione di un’impresa culturale. Una sfida assai interessante per una nazione che abbonda di testimonianze spesso dimenticate, nonostante l’articolo 9 della Costituzione indichi tra i compiti della Repubblica la promozione e lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione.

Ad accettare la sfida delle Giornate Fai di Primavera sono stati venti studenti del triennio. Hanno indossato i panni degli “apprendisti ciceroni” e in collaborazione con Ileana Tozzi, direttrice del museo, hanno garantito l’apertura delle sale.

Sono stati più di 200 i visitatori, tra il pomeriggio di sabato e la mattinata di domenica. Visitatori provenienti da Rieti e provincia, ma anche da Roma, dalle Marche e dal Veneto. Un pubblico eterogeneo, di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali.

Generale l’apprezzamento per questa apertura straordinaria e molti gli inviti a ripetere l’iniziativa.

I visitatori, le famiglie, gli studenti, sono rimasti affascinati e sorpresi dalla monumentalità del sito e dalla quantità di opere mai viste prima. Gli ambienti del palazzo papale, densi di significati, hanno attivato stimoli e riflessioni inconsuete per i giovani di oggi e consentito alla scuola di mettere in campo politiche educative non tradizionali ma di alto valore formativo.

La preparazione è stata lunga e accurata, con lavori di ricerca individuale e di gruppo a casa e a scuola, sopralluoghi sul campo e simulazioni di visite. Lo studio della storia dell’arte ha consentito ai ragazzi di avere le coordinate e le categorie estetiche di riferimento per comprendere la declinazione dei linguaggi degli artisti locali e le eccellenze delle opere di importazione da altri luoghi.

Il Museo, oggetto della visita, consta oggi di due sezioni: la pinacoteca ospitata nel sorprendente salone papale duecentesco e il lapidarium. La collezione raccoglie opere provenienti dalla chiese cittadine e della diocesi, diverse per epoche, autori, stili, tecniche e materiali.

Particolare attenzione è stata posta sul ciclo degli affreschi staccati dalla chiesa di San Francesco in Rieti, alle pale d’altare di Ascanio e Vincenzo Manenti, alla splendida Presentazione al tempio del berniniano Gaulli. Ma non è mancato un approfondimento sulla ricca sezione di oreficeria conservata nelle sale adiacenti il duomo con delle splendide croci processionali. Tra queste si segnala la pregevole Croce di Vallecupola, opera di Jacopo del Duca, seguace di Michelangelo, che giunse in quel piccolo borgo grazie alla potente ed esigente famiglia dei Farnese.