“So di non sapere” / 2

I passaggi intermedi che portano alla formulazione di principi o leggi atte a spiegare il funzionamento di un dato fenomeno.

Ipotesi

Terza tappa, è la premessa sottesa ad un ragionamento o ad una dimostrazione da verificare. In questa fase grande importanza ha la preparazione e l’esperienza di uno scienziato: una persona valida ed esperta sa subito distinguere un’ipotesi buona da una cattiva e risparmiare del tempo prezioso, oltre che investimenti economici e risorse umane.

Sperimentazione

In questa quarta tappa si cerca quindi di provare la validità dell’ipotesi la quale, se dimostrata corretta, viene poi sviluppata in teoria ed a volte anche in principio; se invece non dovesse essere corretta si cerca di rivederla e, a volte, addirittura cambiarla radicalmente. E’ logico, per quanto frustrante, pensare che questo processo possa andare avanti per anni senza nemmeno portare poi a risultati positivi: si insegue una ipotesi, magari per lungo tempo e dopo alcuni primi successi si giunge alla negazione della stessa. Probabilmente questo è il momento in cui più chiaramente la scienza si discosta da tutto ciò che non lo è. Molto spesso, infatti, accade che un individuo osservi, si ponga una domanda e formuli anche un’ipotesi, la quale sembra così elegante e coerente da dover essere per forza corretta. Chi ascolta considera l’argomento, trova che sia veramente logico, se ne convince e a sua volta convince gli altri: di li a poco molti credono di possedere la verità, influenzati anche dal numero di persone che ormai sostengono l’ipotesi. E’ a questo punto che lo scienziato domanda dove siano le prove a suffragio di quanto sostenuto: in certe condizioni storiche è stato più facile ignorare la scienza che cambiare le opinioni pubbliche fissate nell’intimo. Ma l’ignorare lo scienziato non cambia il fatto che una risposta senza prove è, nel migliore dei casi, credere ciò che si desidera e nel peggiore fanatica illusione. Nella sperimentazione ci sono poche regole ed ogni esperimento deve essere affrontato in modo specifico: l’ideale per questa fase sarebbe ridurre le possibili ipotesi a due, in modo da poterne sostenere definitivamente una ed escluderne certamente l’altra. Quando si giunge a questa situazione ideale, il che accade raramente, ci si può anche trovare di fronte ad una pietra miliare della scienza. Di solito, però, le “prove” che la sperimentazione fornisce servono a stabilire un diverso grado di probabilità, mai una certezza assoluta; come per quelle legali, le prove scientifiche devono essere cogenti e convincenti, al contrario, sono solo suggestive o insufficienti. Non va inoltre dimenticato che i dati sperimentali non sono mai migliori dell’esperimento stesso: i risultati non devono superare le prove e non bisogna confondere le conclusioni parziali con quelle finali, dichiarando di avere le prove di un fatto, quando in realtà ciò che si ha è solo qualche conferma dell’ipotesi. C’ è sempre spazio per maggiori o migliori conferme, per nuovi dati contraddittori ed anche per migliori ipotesi.