Sicurezza a Rieti, Costini: «Ricordo d’altri tempi»

L’episodio riportato dai giornali avvenuto ieri la stazione, la denuncia di una minorenne di essere stata violentata da un immigrato, se fosse confermata, rappresenterebbe un notevole salto di livello rispetto al degrado sociale ed alla crescita del rischio nella nostra città. Ci auguriamo che così non sia, ma il problema rimane, ed è estremamente serio.

Fino a pochissimi anni fa Rieti era in testa ad una sola classifica nazionale: quelle sulla sicurezza. Il furto di un auto meritava il titolo dei quotidiani, una rapina era argomento di conversazione per mesi. Da tre anni a questa parte la situazione è radicalmente cambiata.

La crisi economica, il degradare del tessuto sociale, la dissennata politica dell’accoglienza ha trasformato un’oasi di pace, in una periferia urbana. I furti nelle frazioni, gli atti di vandalismo e di violenza durante la notte nel centro storico, il proliferare di sale giochi, sintomo e causa dell’ulteriore degenerazione socio economica del territorio, ai margini delle quali prolifera l’usura, hanno ridotto notevolmente la percezione di sicurezza della nostra comunità.

Sempre più spesso si sentono ragazze che non sono più tranquille ad uscire da sole la sera, gli anziani preoccupati di lasciare le proprie abitazioni.

L’episodio avvenuto alla stazione dimostrerebbe, qualora fosse confermato, drammaticamente che queste paure sono ampiamente motivate. D’altra parte in una città in cui l’occupazione è crollata, le speranze per il futuro sono pari a zero, il degrado urbano è assoluto, venendo a mancare finanche l’illuminazione notturna dei quartieri, la presenza delle forze dell’ordine sul territorio è rarefatta ed indebolita dai tagli, la presenza di immigrati, che vivono nel parassitismo assoluto senza alcuna occupazione se non quella di bighellonare per la città, si crea un humus fertile a far crescere una violenza privata, non eclatante per la stampa o la magistratura, ma che colpisce molto profondamente la gente, perché ne condiziona la propria quotidianità.

L’azione demenziale del governo che ha depenalizzato i cosiddetti reati minori, crea la consapevolezza dell’impunità nei confronti di balordi la cui principale forza è la prepotenza. Non credo che una soluzione possa arrivare da una giunta cittadina, ideologicamente portata ad aggravare piuttosto che risolvere queste criticità, ma credo che le prefetture, ovverosia il ministero degli interni, dovrebbero porre nei confronti di questa situazioni un’attenzione almeno pari alla ricerca di alloggi o alle condizioni per i migranti. Ma purtroppo non penso che avverrà: la pensionata a cui viene rubato il portafoglio fa meno pena del presunto rifugiato che vive di assistenza.