Bollate da parte del Sindaco come farneticazioni le affermazioni contenute nel nostro comunicato stampa relative alla palesata volontà dell’Amministrazione di esternalizzare l’asilo nido di Viale Maraini in favore di cooperative che si vanno costituendo all’occorrenza, conviene dare un’occhiata all’edizione odierna de «Il Messaggero».
Che in cronaca locale riporta le dichiarazioni dell’attuale Assessore al Bilancio Bigliocchi, diametralmente opposte a quelle del Sindaco per dedurne facilmente che il vero farneticante è lo stesso Petrangeli. Dal momento che quanto affermato non trova coincidenza rispetto a quanto invece detto dal suo Assessore.
Bigliocchi parla di vera e propria esternalizzazione intendendo con ciò la totale cessione del servizio del nido, anche la funzione di controllo, predefinendo con il soggetto aggiudicatario solo il risultato della gestione ma non le modalità, che restano di esclusiva competenza del privato, attraverso le quali conseguire quel risultato (tariffe e servizi complementari).
La concessione, di cui parla il Sindaco, è una delle modalità di affidamento del servizio insieme all’appalto, che si caratterizza per il trasferimento del rischio d’impresa in capo al privato che, a sua volta, si rifà sull’utente del servizio (le famiglie) attraverso la riscossione di qualsiasi tipo di canone, tariffa o retta, di qualsiasi importo. Nessuno, neanche l’Amministrazione potrà pertanto impedire al soggetto aggiudicatario l’ulteriore aumento delle rette, se questi lo riterrà necessario.
Come può Petrangeli affermare il mantenimento pubblico del servizio se non intendendo che tutti i cittadini potranno continuare ad usufruirne. Rinunciando però al carattere sociale del servizio reso. Che significa possibilità aperta a chiunque di portare i propri figli all’asilo. Anche a quelle famiglie meno abbienti.
Nel nostro comunicato “farneticante” non abbiamo minimamente fatto cenno alla qualità del lavoro svolto dal personale, avendo, al contrario di quanto detto dal Sindaco, riconosciuto la qualità del servizio indistintamente erogato sia dalle dipendenti comunali che da quello della cooperativa a fronte del rischio di una possibile “diminutio” del livello in caso di esternalizzazione.
Il tentativo maldestro di prendere le distanze da qualcosa che non è stato portato all’attenzione degli organi di stampa è dello stesso Sindaco, che ha strumentalizzato e consapevolmente capovolto il senso delle nostre parole per la necessità di arginare più di qualche mal di pancia che cova non più solo tra le dipendenti della Quadrifoglio, ma anche tra quelle comunali.
Atteso che la diminuzione delle ore e degli stipendi delle operatrici private (che oggi elogia) è da attribuire alla sua gestione fallimentare che ha ri-portato il debito nei confronti della Quadrifoglio ai livelli di inizio consiliatura, 5 milioni e 200 mila euro attuali, nonostante i soldi trasferiti al Comune dalla Cassa Depositi e Prestiti. Dica pubblicamente quanto ha avuto dallo Stato, in quali date, e mostri a quando e a quanto corrispondono i pagamenti effettuati a tutti i fornitori, compresa la Quadrifoglio.
E risponda ai nostri dubbi, circa la nascita di pseudo strutture educative cui il Comune concede autorizzazione, proprio in concomitanza con la dichiarata volontà di disfarsi di uno dei due asili.
O dovremmo forse ricordare al Sindaco quello che è accaduto a seguito della chiusura del Nespolo, voluta da questa Giunta, dove trovavano ospitalità i minori affidati dal Tribunale, oggi alloggiati in micro-case famiglia gestite dall’Associazione Arci di cui Petrangeli stesso è stato uno dei fondatori?
Sperando di poter contare nell’appoggio di consiglieri di entrambi gli schieramenti, la sfida che lanciamo è quella di riuscire nel duplice intento di coniugare la qualità del servizio con il mantenimento di questo in mano al Comune.
Perchè – ci chiediamo – laddove riesce il privato a far funzionare in maniera efficiente ed efficace un servizio, garantendone al tempo stesso l’economicità, senza inutili sprechi, gli stessi obiettivi non possono essere perseguiti e raggiunti dall’ente pubblico? Allora discutiamone con serenità in maniera pacata e propositiva nell’esclusivo interesse non del Palazzo ma della Città.