Scomparso il maestro Alessandro Nisio: la preghiera del coro diocesano

Nella giornata di venerdì 4 maggio Rieti è stata raggiunta dalla notizia dolorosa e inaspettata della morte del maestro Alessandro Nisio, figura di spicco del panorama musicale cittadino e per lunghi anni direttore della corale polifonica «Aurora Salutis» della chiesa di San Domenico, sulla cui ossatura si è costruito, a partire dall’estate del 2015, il progetto di quella che l’anno seguente sarebbe diventata la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti», il coro della diocesi.

Nonostante il dolore e lo sbigottimento di molti cantori, tutti hanno concordato con il direttore, il maestro Barbara Fornara, sul fatto che il modo migliore per onorare il ricordo di un uomo e di un professionista che aveva condiviso con loro un lungo tratto di strada non fosse quello di interrompere l’attività ordinaria della schola, bensì di continuare a svolgerla anteponendo alla prova in programma proprio per la sera del 4 un momento di preghiera e dedicando così un pensiero al defunto nello stile che informa la vita del coro, comunità che prega cantando. Alle 19 di venerdì, dunque, i suoi membri si sono ritrovati nella chiesa-oratorio di San Nicola non soltanto per la preparazione dell’imminente veglia di Pentecoste, ma anche per la preghiera guidata da don Roberto D’Ammando, il vicario parrocchiale di San Giovanni Battista che è anche tenore del coro diocesano. «Alessandro è stato una parte importante della vita di tutti noi – ha detto Barbara prima di cedere la parola al sacerdote – e il silenzio, quello più vero e intenso che lascia spazio alla sola musica, è il modo migliore per farne memoria, tra l’altro proprio in San Nicola, dove per anni i cantori di “Aurora Salutis” e quelli di molti altri cori hanno provato con lui. Rendiamo grazie per quanto abbiamo ricevuto e liberiamo il nostro cuore dal dolore, inondandolo della bellezza dei migliori ricordi a lui legati, che sempre e solo di musica sono pervasi».

Dopo la proclamazione e la meditazione del Vangelo di Marco (4, 35-41) nel quale Gesù comanda ai discepoli di «passare all’altra riva», dopo le orazioni e la preghiera del Signore, non senza aver volto lo sguardo con animo grato anche alla figura dell’indimenticato mons Luigi Bardotti, il canto del Regina Caeli. L’antifona mariana del tempo di Pasqua ha richiamato l’attenzione di tutti sulla prospettiva ultima del cristiano, che è e rimane quella della risurrezione, ed è stata altresì un omaggio a quel gregoriano che costituiva una delle passioni e delle specializzazioni di Nisio. Alla sua famiglia e a tutte le persone a lui più care vanno il cordoglio e la vicinanza di Barbara e di tutta la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti».