Chiesa di Rieti

Santa Lucia, il vescovo: «Ci aiuti a trovare la luce di Dio nella nostra vita»

Le parole del vescovo Domenico, nell’omelia della Messa celebrata dalle suore di Santa Lucia, si sono ispirate al valore simbolico della martire siracusana

«Chiediamo a santa Lucia di aiutarci a ritrovare la luce degli occhi, e soprattutto la luce di Dio nella nostra vita». Le parole del vescovo Domenico, nell’omelia della Messa celebrata dalle suore di Santa Lucia, si sono ispirate al valore simbolico della martire siracusana – richiamandone anche il senso allegorico che utilizza Dante nella Divina Commedia vedendola come il simbolo della “grazia illuminante” – la cui memoria nel calendario liturgico cade il 13 di dicembre, nel clima che prepara alla luce del Natale.

Una santa venerata in tutta la cristianità e anche nella tradizione reatina (è una delle ricorrenze che si “fregia” della fiera), che nei secoli ha avuto il suo riferimento di culto nella chiesa a lei intitolata: l’ex chiesa della confraternita di Santa Maria della Misericordia, al rione delle Valli, che nel XVI venne reintitolata alla santa allorché vi fu collocata la comunità delle Clarisse dell’antico monastero – uno dei primi delle “sorelle povere”, agli inizi del francescanesimo, che la stessa santa Chiara volle fondare in città, su impulso del beato Angelo Tancredi, compagno di san Francesco, inviando una sua sorella a istituirlo– che dalla primitiva sede a Voto de’ Santi venne riportato intra mœnia in ossequio ai decreti tridentini. Quell’ampio complesso che, passato alla proprietà pubblica con le leggi eversive ottocentesce, dopo aver ospitato sedi scolastiche oggi accoglie il Polo culturale del Comune con la Biblioteca Paroniana e il Museo Archeologico, resta a testimoniare il legame con il nome della martire, nella chiesa divenuta nel tempo parrocchiale e al momento purtroppo ancora chiusa in seguito al terremoto del 2016. Mentre a proseguire il legame spirituale con la “vergine della luce” sono tuttora le suore eredi del carisma clariano che dimorano nel convento accanto a Palazzo Sanizi in cui le monache, dopo la soppressione, dovettero trasferirsi: quelle religiose che, passate alla vita attiva negli anni Trenta per volontà del venerabile Massimo Rinaldi, hanno dato vita all’istituto delle Clarisse Apostoliche per poi, da alcuni anni, fare un tutt’uno con le altre ex clarisse del territorio reatino, le Suore francescane di Santa Filippa Mareri.

Per i reatini quelle del convento di piazza Beata Colomba, con la casa di riposo che accoglie all’interno tante anziane, restano “le suore di Santa Lucia”. E non c’è 13 dicembre, per molti, senza un passaggio alla loro cappella per la celebrazione della festa della martire. Celebrazione che, al mattino, ha visto la presenza di monsignor Pompili, che ha presieduto l’Eucaristia affiancato dal guardiano di Poggio Bustone, e cappellano della comunità, padre Giuseppe, dal vicario per la vita consacrata padre Orazio e da don Victor. Al termine della liturgia, ha rivolto il saluto la madre generale dell’istituto, suor Anatolia, prima della benedizione del vescovo che ha ringraziato le suore per la dedizione nell’assistenza materiale e spirituale a coloro che, nell’età che avanza, vivono giorni in tranquillità fra le stanze di “Santa Lucia”.