Nella Cattedrale finalmente libera dalla maggior parte delle impalcature che l’hanno occupata dopo il terremoto del 2016, i fedeli di Rieti hanno celebrato la Solennità di Santa Barbara, patrona della città e della diocesi. La solenne celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Vito Piccinonna, ha segnato il culmine di un percorso spirituale iniziato sabato scorso con la suggestiva processione sul fiume e la celebrazione dei primi Vespri di Avvento. Una comunità gremita, composta da fedeli e autorità civili e militari, ha vissuto intensamente un momento di fede e condivisione.
All’inizio della celebrazione, il vescovo ha salutato i presenti sottolineando l’importanza del tempo di Avvento e a celebrare, in santa Barbara, «la bellezza della testimonianza cristiana», come invito a «riconoscere il Signore vivo e presente nella nostra esistenza».
Nell’omelia, mons. Piccinonna ha poi riflettuto sulla figura della giovane martire come esempio di fede e coraggio. «La sua vita – ha detto il vescovo – ci invita a non lasciarci rubare la speranza. In un tempo segnato da crepe profonde e violenze crescenti, Barbara resta un segno luminoso di fierezza e resistenza morale». Citando il Papa, ha ribadito l’urgenza di abbracciare la speranza come “grembo di vita nuova”, nonostante le difficoltà e le contraddizioni del mondo contemporaneo.
Riferendosi alla croce, simbolo centrale della fede cristiana e della vita della santa, mons. Piccinonna ha spiegato: «Prendere la propria croce significa resistere senza incattivirsi, scegliere la vita secondo il Vangelo e non secondo le logiche di potere e prevaricazione che ancora oggi mietono troppe vittime». Ha poi citato don Tonino Bello, ricordando che la croce è “il potere dei segni” contrapposto ai “segni del potere”.
Il vescovo ha quindi rivolto un appello ai fedeli, invitandoli a “uscire dalle comfort zone” e a riscoprire il senso della comunità come luogo di incontro, riconciliazione e costruzione del futuro. «Santa Barbara – ha affermato – ci chiama a rimetterci in gioco per un bene più grande, abbandonando atteggiamenti di paura e disinteresse, per dare spazio ai giovani e alle loro speranze».
Il tema della speranza ha attraversato l’intera celebrazione, culminando nel ricordo che «anche per chi, come Dioscoro, ha compiuto il male, c’è sempre la possibilità di una conversione». Una riflessione che il vescovo ha legato alla testimonianza di San Francesco e al suo incontro con il lupo di Gubbio, segno che “il bene può e deve sorgere ancora”.
Al termine della celebrazione, il clima di festa e gratitudine era palpabile. La riapertura della Cattedrale senza impalcature ha dato un ulteriore motivo di gioia ai fedeli, che hanno vissuto la celebrazione non solo come un momento di devozione, ma anche come simbolo della rinascita della comunità diocesana.
Nel ringraziare i presenti, mons. Piccinonna ha concluso con un invito: «Facciamo sorgere il bene insieme, sarà il nostro impegno più vero per questo Natale». Una frase che racchiude lo spirito della celebrazione e il messaggio di Santa Barbara: vivere con coraggio e speranza, testimoniando il Vangelo nel quotidiano.