Sanità e Conferenza dei sindaci: le posizioni Asl

Di seguito l’intervento del direttore generale della Ausl Laura Figorilli durante la Conferenza locale dei sindaci della provincia, dedicata alla sanità, svoltasi ieri pomeriggio nell’aula magna della sede dell’Azienda, in via del Terminillo:

Le difficoltà economiche che insistono sulla Regione Lazio, il perpetrarsi dei dinieghi alle richieste di autorizzazione all’assunzione di personale, ha indotto comportamenti organizzativi che, anziché aiutare l’Azienda a trovare soluzioni e vie d’uscita, hanno determinato ulteriori elementi di difficoltà. La riduzione significativa nel numero di personale dipendente, ad esempio, negli ultimi anni ha comportato un proliferare apparentemente senza regole di prestazioni aggiuntive (circa 3 milioni di euro annui) che hanno determinato iniquità sociale e non hanno apportato valore aggiunto misurabile.

Altro esempio, il personale interinale; tra il 2009 e il 2013 il numero di ‘teste’ è aumentato fortemente e aumenterà ancora nel 2014 a causa dell’affidamento della commessa, in via d’urgenza, ad altra Agenzia di somministrazione lavoro, che applicherà un ricarico d’agenzia più alto. Nel frattempo l’Azienda, per evitare ripercussione sui lavoratori di Alba spa, ha liquidato lo stipendio di aprile ed è riuscita ad ottenere la delega per il pagamento degli stipendi di maggio e giugno. Tra le criticità su cui intendiamo intervenire, da evidenziare anche ‘l’emergenza liste di attesa’. Siamo dinanzi ad un fenomeno fuori controllo, estremamente sentito dai cittadini, con una mobilità passiva pesantissima in area chirurgica (mobilità anno 2012: interventi ernia inguinale/femorale 260 casi – Colecistectomia 159 – Neoplasia intestinale 106 – Utero e annessi 286). La situazione non è incoraggiante neanche sul versante spesa farmaceutica convenzionata (spesa netta procapite: 174,37 – media regionale 168,12 – obiettivo da raggiungere 154). Da sottolineare la sospensione dello screening della mammella, della cervice uterina e del colon retto. Strumenti importantissimi di prevenzione che l’Azienda intende riattivare entro settembre 2014.

Per invertire la rotta è necessario ripensare l’organizzazione dell’Azienda vecchia di 50 anni. Effettuare scelte che ci consentano di essere più credibili di fronte alla Regione al fine di “sdoganare” le risorse che effettivamente servono, all’esito di processi di riorganizzazione da attuare immediatamente. Tra gli obiettivi da perseguire c’è il risanamento economico e il superamento degli squilibri, che è possibile raggiungere motivando e rendendo partecipe il personale dipendente rispetto alle scelte dell’Azienda. Fare sistema con tutte le istituzioni del territorio. Coinvolgere le associazioni di volontariato.

Proseguire nel coinvolgimento dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali in convenzione. Oltre a smantellare completamente il sistema delle Prestazioni Aggiuntive. E ancora, realizzazione del nuovo Atto Aziendale e del Piano strategico triennale entro il 20 settembre 2014. Implementazione di nuovi modelli organizzativi, ripensando il ruolo dei Dipartimenti e delle Uoc: (Week Surgery, Long Surgery, Area medica multidisciplinare per Intensità di Cure, Area di coordinamento dei GICO, Gestione centralizzata delle sale operatorie DMO – SAPS). Non ultimo, aprirsi all’Università per riqualificare il nostro Ospedale: partendo dalla clinicizzazione di due reparti con l’accesso di specializzandi.

Sulle liste di attesa stiamo lavorando sin dal nostro insediamento spingendo sull’abbattimento dei tempi su esami e visite. Dobbiamo garantire ai residenti della provincia di Rieti le prestazioni richieste. Dobbiamo progressivamente introdurre il “Cup di secondo livello” in modo che ogni reparto possa prenotare le visite di controllo dei propri pazienti/utenti. Sul fronte liste di attesa dobbiamo però ricordare i primi incoraggianti risultati ottenuti su Cardiologia, con la riduzione a 25 giorni dei giorni di attesa per la visita cardiologica e per l’ecocardiogramma (erano rispettivamente 261 e 340 giorni).

Il risultato ottenuto è stato possibile grazie all’apertura di due ambulatori cardiologici (dal lunedì al venerdì) con il supporto di due cardiologi emodinamisti ricollocati temporaneamente (lavori in emodinamica). All’apertura di ulteriori agende per l’effettuazione del test da sforzo (50 posti). Al lavoro del personale Asl che in soli 15 giorni ha ricontattato circa 2000 utenti per proporre il cambio data. Il percorso tracciato, è ciò che abbiamo pensato per migliorare questa Azienda –conclude la Figorilli- e i servizi che la stessa eroga. Ma gli obiettivi si raggiungono insieme, superando i personalismi, per dimostrare di essere utili alla nostra collettività.

La Conferenza locale dei sindaci è stata l’occasione, per il direttore sanitario Marilina Colombo, di entrare nel merito del progetto Case della Salute:

È necessario potenziare la sanità territoriale con un progetto in grado di creare quei Centri di Presa in Carico dei pazienti di cui tanto si è parlato negli ultimi 10 anni, idonei a rappresentare l’alternativa appropriata all’uso inappropriato dell’Ospedale (Case della Salute a Magliano Sabina, Rieti e Amatrice – RSA – riabilitazione ex art. 26).

In questo contesto sarà fondamentale che i direttori/responsabili delle unità operative ospedaliere tornino a garantire la loro presenza sul territorio per fidelizzare i nostri utenti (Magliano, Amatrice, Poggio Mirteto, ma anche Sant’Elpidio, Passo Corese e Osteria Nuova). Il paradigma del nuovo modello di cura si basa sulla presa in carico del paziente.

L’anticipazione degli interventi rispetto al possibile manifestarsi degli eventi clinici di riacutizzazione. Prevenire/ritardare il deterioramento clinico dei pazienti. Evitare l’accesso improprio al pronto soccorso e le riammissioni in ospedale. Le strategie di cura prevedono percorsi diagnostico-terapeutici, assicurano la presa in carico e la continuità dell’assistenza secondo standard clinico-assistenziali condivisi per le patologie prevalenti.

Rappresentano la miglior risposta ai bisogni di salute complessi, che richiedono competenze multi-professionali e multidisciplinari e l’organizzazione delle interdipendenze professionali. Presa in carico individuale (case management) di situazioni assistenziali complesse ad alto contenuto socio-assistenziale che non possono essere inseriti in percorsi diagnostici terapeutici assistenziali predefiniti.