San Pietro Martire: domenicano e fondatore della Confraternita di Misericordia

Nella chiesa di San Pietro Martire si è tenuto nel pomeriggio del 29 agosto un interessante convegno centrato sulla figura di Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini (Verona, 1205 circa – Seveso, 6 aprile 1252), domenicano e fondatore della Confraternita di Misericordia.

L’iniziativa, compresa nella settima rievocazione storica della canonizzazione di San Domenico di Guzman a Rieti, è stata promossa dal Consorzio Reate Antiqua Civitas e dalla Conraternita di Misericordia di Rieti in sinergia con la parrocchia di Santa Lucia.

Nato da genitori eretici manichei, Pietro Rosini scelse però giovanissimo la “vera fede”. A sette anni imparò alle scuole dei cattolici il Credo, che per lui non sarà una formula qualunque, ma un principio di vita e una luce che rischiarerà per sempre il suo cammino.

Entrato nell’Ordine, anelante le sante lotte per la fede, nei lunghi anni di preparazione al futuro apostolato, mise le basi di quella robusta santità che fece davvero di lui un atleta di Gesù Cristo.

Un giorno confidò a un confratello che da quando era sacerdote, celebrando la S. Messa, alla elevazione del calice aveva sempre chiesto al Signore la grazia di morire martire, tale era l’ardore della sua fede e della sua carità.
Nominato nel 1242 Inquisitore Generale per la Lombardia, combatté senza posa gli eretici con la spada della divina parola, finché fu ucciso per loro mano.

La tradizione vuole che a Firenze Pietro abbia fondato quella che oggi è la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze.

Il compito di illustrare la storia di San Pietro Martire e gli intrecci che questa presenta in vario modo con la storia di Rieti è stato affidato alla professoressa Ileana Tozzi. Al suo intervento ha fatto seguito quello di Mons. Giovanni Maceroni, che ha introdotto i presenti alle figure dei vescovi domenicani della diocesi di Rieti.